Fare radio
Ho iniziato a frequentare la radio locale della mia città quando avevo 14 anni. Seguivo gli amici di mio fratello che già facevano radio e che avevano dei loro programmi. Erano i tempi di quando per fare radio bisognava portarsi i dischi e i cd da casa. Per fare un programma, infatti, si partiva da una conoscenza musicale forte. Erano gli anni in cui i ragazzi appassionati di musica creavano le playlist (anche se così non si chiamavano) nelle musicassette.
Il destino ha voluto che ritornassi in radio dopo tanti anni. Ho ritrovato la Passione guidando un progetto sperimentale che si è chiamato Radio Ca’ Foscari, la web radio degli studenti per gli studenti.
Creare radio
Ritengo che fare radio e creare radio siano due cose diverse. Gli speakers, gli autori, i registi, insomma tutti coloro che hanno le mani in pasto in un programma, fanno radio. Cioè mettono in campo le loro capacità vocali e creative per realizzare un pezzo fondamentale della radio. Creare radio, secondo me, invece, significa avere uno sguardo più aperto e avanzato. Creare radio significa pensare la Radio, quale idea di radio si vuole trasmettere, pensare a quello che deve essere, quali obiettivi deve raggiungere, chi deve coinvolgere. Progettare l’organizzazione e la struttura di una radio richiede altre competenze, rispetto al fare radio.
Nel 2007 creare una web radio è stata una rivoluzione. Certo gli studenti sono stati i veri pionieri, quelli che mettevano le mani tra il codice html e il world wide web, alla scoperta di hosting e servizi streaming. Ma la rivoluzione fu anche organizzativa. Nel 2007 i pagamenti online, attraverso carta di credito e anticipati, per una pubblica amministrazione, erano delle follie, dei lanci nel buio. Quasi sempre avversati.
Non ho caricato mattoni o sacchi di cemento, certo. Ma la fatica di ottenere cambi di procedure (per via eccezionale), caricarmi della responsabilità che dall’altra parte del web ci fosse una azienda affidabile, mi ha spesso spezzato le ossa.
Eravamo nell’epoca in cui il podcast si stava facendo strada. La radio sul web era una prospettiva futuristica. RAI e Sole 24Ore pensavano di ottenerne vantaggi immediati. Questi vantaggi non arrivarono. Fummo abbandonati al nostro destino. Di quella esperienza non capirono l’importanza e la considerarono chiusa per sempre.
Oggi, a distanza di anni, ne raccolgono i frutti. Sono, infatti, tanti i ragazzi che nelle web radio universitarie si sono formati e che oggi lavorano nelle redazioni delle radio locali e nazionali. Almeno coloro che hanno avuto talento e persistenza.
I miei programmi
Creai Radio Ca’ Foscari stando in ufficio, si può dire stando dietro una scrivania. Ho sempre tenuto fede al sottotitolo della radio: “La web radio degli studenti fatta da studenti”. Anche se tanti professori non hanno mai dato tanto credito a questo, io invece, ho sempre dato fiducia agli studenti. Pietro Rossato, il primo station manager della radio viveva praticamente nel cosiddetto “Radiopostiglio”. Era così soprannominato per le sue dimensioni davvero minime.
Dopo pochi mesi, però, sono stato piacevolmente costretto a fare radio e a mettere le mani in pasta. Diversamente da una radio strutturata, in una radio universitaria, i ragazzi si laureano, le frizioni tra fazioni diverse erano sempre più frequenti, le opinioni diverse tra studenti non garantivano un progetto a lungo termine. Per questi motivi e per dare una continuità al progetto, e non perdere le competenze acquisiti, a meno di un anno dalla partenza, ho iniziato a fare radio in mezzo ai ragazzi.
Ci sono entrato con tutti i miei difetti e i miei pregi. Mi sono messo in gioco, facendo da legame e da apri pista. Per quello che ho potuto e per quello che mi è stato permesso di fare, penso di aver fatto il massimo possibile. Quello di cui sono certo però è che sono stato in grado di creare un gruppo, una squadra, una comunità, i cui ricordi perdureranno per sempre.
Anni di successi e perdite
Sapere che in 8 anni di lavoro, Radio Ca’ Foscari sia diventata la seconda web radio d’Italia ha ripagato tutti gli sforzi che ho fatto in questi anni.
Si sarebbe potuto fare molto di più. Ne sono convinto. Ma un progetto può crescere fino a quando chi governa e amministra un ente lo permette. Oltre un certo limite non si può andare. Per quel che ho fatto e per la visione che ne ho avuto, sono certo che il progetto potrà andare avanti ancora per molti anni.
Purtroppo tutti i podcast sono andati perduti. Il mio successore, purtroppo, credo abbia ritenuto inutile continuare a raccogliere. Eppure ritengo che chi perde la memoria perda non solo il passato ma anche la spinta verso il futuro.
Il Mal d’estro
Un programma creato insieme a Nicolò e Alessandra. Si sceglieva una parola ogni settimana e poi se ne parlava. La prima parola fu Mafia. E poi abbiamo davvero parlato di tutto! Intrattenimento culturale. Fatto bene? Non lo so. Ma fu un programma molto formativo, almeno per noi tre!
L’accattivante
Un programma di cultura cristiana a cura di Padre Davide Traina Op dell’ordine dei predicatori di San Domenico. Mi interessava cosa pensasse un domenicano e come i giovani potevano reagire alla spiegazione dei sette vizi capitali. Poca cosa, ma programma molto interessante. Ne ho curato la realizzazione, la regia e la ricerca musicale.
Di questa serie ho recuperato i podcast e pubblicato su youtube tutte le 8 puuntate.
RCF Glocal
Radio Ca’ Foscari è stata la radio ufficiale del Festival Glocal News 2014, il festival del giornalismo digitale che si svolge a Varese ed è organizzato da VareseNews.
E il comunicato stampa dell’Ateneo
I Viaggi dell’eroe
La mia passione per il cinema mi ha portato a seguire per diversi anni la Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia. Nel 2011 riuscii a seguire la Mostra del cinema come direttore della radio. Creai questo programma. Fu davvero massacrante. La più grande soddisfazione fu la mia intervista Marco Bellocchio, o meglio la mia domanda che feci durante la conferenza stampa. La mia domanda, su cosa il maestro consiglierebbe ad un giovane studente che volesse fare cinema, è stata ripresa da RAI e Mediaset.
Incontri Ravvicinati
Incontri ravvicinati è il programma di interviste di Radio Ca’ Foscari. Ne ho curato l’idea, la sigla e la realizzazione delle prime interviste su cultura, scienza, musica, arte, teatroper conoscere da vicino scrittori, musicisti, ricercatori, artisti ma anche professionisti e specialisti di ogni campo.
Il programma prosegue. Le mie puntate sono limitate all’anno 2014
MusiCaFoscari Jazz Fest
Anno 2013. Prima rassegna di musica Jazz realizzata dall’Ateneo.
Come radio e speaker abbiamo seguito le dirette dei concerti.
#Radiolegalità
Ho sempre ritenuto fondamentale perseguire legalità e onestà, come singolo e come parte di una comunità. Ho sempre divulgato le idee dei miei conterranei Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Portato ad esempio, anche per l’eguale passione per la radio, giovani vittime della mafia come Peppino Impastato. Quando Cesare Cavicchi venne a dirmi che avrebbe voluto parlare della trattativa Stato-Mafia e del fenomeno mafioso per divulgare i principi di legalità, trovò in me tutto l’appoggio necessario per la realizzazione di tre puntate.
SpazioUni
Anno 2011. Davvero agli albori. Interviste. Tante interviste. Realizzate un po’ da tutti.
Solo questo?
Forse dimentico qualcosa. Ma il grosso è questo. Tra il lavoro in ufficio, le responsabilità di 50 ragazzi, l’amministrazione e direzione di tutta la radio, l’estenuante lavoro fatto sui video di Ateneo, per fare altro sarebbe stato necessario avere 48ore al giorno. Su molti programmi (degli studenti) ho dato consigli, trovato miglioramenti, cercato di dare il mio contributo per una visione più ampia. Essere presente sul territorio di Venezia ma anche oltre. Ho cercato di fare del mio meglio. Ma non sono io che lo devo dire. D’altronde il momento di maggiore successo ha decretato la fine della mia esperienza in radio.
Ai posteri l’ardua sentenza!