Venerdì 21 aprile 2017 mi sono trovato a partecipare ad un bellissimo incontro organizzato da Creative Mornings di Palermo. È stato un bellissimo incontro, partecipato e interessante.
Creative mornings Palermo
Per chi non lo sapesse a Palermo, un gruppo di ragazze e ragazzi pieni di entusiasmo hanno portato i creative mornings Palermo. E di questo bisogna essere grati. Nella mattinata di venerdì si è parlato proprio di creatività. Il prof. Massimiliano Oliveri, neuroscienziato presso l’Università di Palermo, ha raccontato in sintesi quali sono i processi neurali della creatività e quali sono i momenti che favoriscono gli Eureka moments o Momenti Aha, così definiti proprio in letteratura.
L’incontro si è tenuto a Palazzo Petrulla a Palermo. Che è anche sede di una piccola realtà L’Altro Arte Contemporanea che offre il suo spazio per attività di laboratorio e di coworking. Una realtà palermitana che si occupa di arte anche al di fuori dei circuiti più comuni e che dunque meriterebbe di essere conosciuta meglio. Io, per esempio, non la conoscevo neppure quando vivevo a Palermo. E me ne dispiaccio.
Un film su Mario Francese
A Palazzo Petrulla, in contemporanea con l’evento, si stavano svolgendo le riprese di un film. Che film stavano girando? Forse un film sulle piccole realtà che si danno da fare anche in condizioni estreme in Sicilia? Forse, un film sullo stile Liberty a Palermo? Oppure un film di costume, tipo il Trono di Spade o I Medici, su mitico Federico II di Svevia? O ancora, un film su Guttuso? O una fiction sulla vita di Santa Rosalia?
No. Niente di tutto questo. In verità stavano girando un film sulla Mafia. Che poi sarebbe stato meglio dire un film su Mario Francese ucciso per mano mafiosa. Ma fai un film su Mario Francese e vuoi metterti a spiegare chi era Mario Francese?
Mario Francese era un giornalista di origine siracusana e che lavorava a Palermo, dove fu ucciso, appunto, dalla Mafia.
Si occupò della strage di Ciaculli, del processo ai corleonesi del 1969 a Bari, dell’omicidio del colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo e fu l’unico giornalista a intervistare la moglie di Totò Riina, Antonietta Bagarella. Nelle sue inchieste entrò profondamente nell’analisi dell’organizzazione mafiosa, delle sue spaccature, delle famiglie e dei capi, specie del corleonese legata a Luciano Liggio e Totò Riina.
Tre film sulla Mafia
Scopro, nei giorni successivi, da un articolo de La Stampa che non si trattava dell’unico film che si stava girando a Palermo. Ma che si stanno girando addirittura tre film, tutti e tre, sulla Mafia. O meglio su tre eroi o martiri della legalità, Libero Grassi, Mario Francese ed Emanuela Loi.
Certo, come dice Pif, che ben vengano i film che raccontano la tragedia della mafia. Non può esserci un limite nel raccontare l’orrore della Mafia, come l’orrore dell’Olocausto. È sempre un bene far conoscere il fenomeno al maggior numero possibile di persone.
L’importante è raccontare sempre e comunque la verità
È vero. In linea teorica sono anche d’accordo. Ma in pratica (e sono di parte) questo continuo parlar male della Sicilia, come se poi oltre lo stretto ci sia un Paese storicamente limpido mi pare eccessivo. E date le vicende giudiziarie che attraversano l’intero stivale, ha anche fatto il suo corso. Sebbene certa politica e certa ignoranza continua ad alimentare e ad alimentarsi di questo racconto.
Ad ogni modo la Mafia c’è, esiste, è presente, è bella grassa ed in pace con se stessa. Al di la del fatto che relegare il fenomeno ad un territorio isolano metterebbe al sicuro tutto il resto del Paese.
Palazzo Abatellis
Ma non mi sono voluto rovinare la giornata e così mi sono goduto la mia giornata creativa a Palermo. E siccome ero a due passi da Palazzo Abatellis, mi sono fatto un giro in uno dei musei più importanti di Palermo.
Palazzo Abatellis è, a mio modesto parere, il “Louvre” di Palermo e della Sicilia. Al suo interno ci sono tre opere dal valore immenso. Personalmente ammiro tre opere. Da sole valgono la pena di prendere l’aereo da qualunque parte del mondo ci si trovi e andarle a vedere.
Le tre opere sono: il murale del Maestro del Trionfo della Morte, Trionfo della Morte, inizio XV secolo; il Ritratto di Eleonora d’Aragona realizzata da Francesco Laurana intorno al 1468; e L’annunziata di Antonello da Messina.
Quest’ultima, vengono le lacrime agli occhi a vedere quanto è bella e quanta personalità traspare dall’opera. Un viso perfetto, un colore che staresti ore a guardare senza mai stancarti. E poi nella teca e nella posizione voluta dall’Architetto Carlo Scarpa. Un’opera che vengono i brividi solo a pensarci. A vedere queste tre opere ho trascorso due ore.
Una scolaresca un po’ distratta e rapita da Antonello da Messina
All’interno di Palazzo Abatellis ho trovato una scolaresca. Un gruppo di ragazzi, immagino tra gli undici e i tredici anni. Erano abbastanza distratti e ci è voluta la minaccia di una bocciatura “senza se e senza ma” per riportarli all’ordine.
A voi tre, sarà un miracolo se vi faccio promossi! Solo un miracolo!
Anch’io li volevo rimproverare ma non minacciandoli. Avrei voluto dirgli che comprendevo la loro distrazione. Che la bellezza della libertà in orario scolastico o dell’amicizia di un compagno o di una compagna, a volte, supera, specialmente a questa età, la bellezza della Storia e dell’Arte. Ma che quello a cui partecipavamo, visitando Palazzo Abatellis, era una opportunità che non è riservata a tutti. Che quelle opere sono e sono state degli eventi per l’Umanità. E che anch’io venuto da ragazzetto in queste stanze, da grande ci sono ritornato per godermi ancora una volta le bellezze di cui ero rimasto affascinato. Che anche quando noi non ci saremo più, quando anche la Mafia non ci sarà più, ci saranno quelle opere che ricorderanno a tutto il mondo la bellezza della Sicilia.
Avrei anche aggiunto che avrebbero dovuto portare i genitori, gli zii, tutti parenti a vedere Palazzo Abatellis. Perché fin quando alla porta di questo museo siciliano non ci saranno le file di palermitani, di siciliani e di italiani, a Palermo, in Sicilia, si continueranno a girare film sulla Mafia e sui morti ammazzati dalla Mafia.
Per fortuna, o purtroppo, sono siciliano
Giorgio Gaber cantava Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo… lo sono.
Mi scusi Presidente, Dovete convenire / Che i limiti che abbiamo / Ce li dobbiamo dire. / Ma a parte il disfattismo / Noi siamo quel che siamo / E abbiamo anche un passato / Che non dimentichiamo. / Mi scusi Presidente / Ma forse noi italiani / Per gli altri siamo solo / Spaghetti e mandolini. / Allora qui mi incazzo / Son fiero e me ne vanto /Gli sbatto sulla faccia / Cos’è il Rinascimento.
Quando la professoressa ha mostrato ai ragazzi l’Annunziata di Antonella da Messina, persino quei ragazzi distratti si sono zittiti tutti e hanno ammirato l’opera. Così la prof ha concluso con delle parole che mi hanno emozionato e fatto venire un grande nodo alla gola.
Io sono orgogliosa di essere siciliana. Io sono orgogliosa perché sebbene L’annunziata sia un’opera che appartiene a tutta l’umanità, questa è una proprietà siciliana. Ed è un onore sapere che questa opera si trova a Palermo e in Sicilia.
Ecco, anche adesso a scriverne mi emoziono. Non so se questo post abbia sufficiente lucidità per interessare i miei lettori. Ma anch’io, anche se a volte non mi sento siciliano, sono orgoglioso di essere siciliano. E chi mi ha conosciuto sa che non ho mai nascosto la mia sicilianitudine. Anzi.
Un’altra storia è possibile
Questo post non farà certo cambiare la storia. Però io penso che un’altra storia sia possibile.
Una storia di bellezza straziante che qui in Sicilia è stata da sempre svilita, derubata, invidiata, deturpata e maltrattata. Alla stregua delle belle donne sfigurate dall’acido, la Sicilia, ogni giorno è stuprata e sfregiata. Da chiunque.
Che di film sulla gente ammazzata per difendere queste Bellezze se ne possono girare a centinaia. Perché sebbene ci raccontano che i siciliani hanno avuto paura, in Sicilia si è lottato contro la mafia a costo della vita.
Ricordare alla gente cos’è la bellezza. Aiutare le persone a riconoscerla, a difenderla, la Bellezza.
E allora, magari, un giorno, qualche film su questa bellezza si potrebbe pure girare. E in attesa che si innalzi agli onori della gloria il Liberty a Palermo, Palazzo Abatellis o Federico II di Svevia, o di una scolaresca che impara a riconoscere l’arte.
Oppure, perché no, in attesa che si raccontino le gesta di un piccolo gruppo di ragazze che ogni giorno si impegna per diffondere cultura digitale in un territorio difficile; o di un ragazzo che, appena laureato, gli piange il cuore a non poter realizzare il proprio sogno nella sua terra; in attesa di tutto questo, consiglio a tutti i miei lettori di fare un salto a Palermo. Vi consiglio di visitare Palermo, di farvi un giro e di non perdervi Palazzo Abatellis. Di godervi queste bellezze.
E di raccontare una storia della Sicilia diversa.