Qualche tempo fa, mentre scorrevo i social, mi sono imbattuto nel post di una ragazza che cercava un fotografo, generico, nella mia zona, con la formula di scambio lavoro tra fotografo e modella. In pratica un lavoro non retribuito. Mi ha colpito la vicinanza di questa persona, che ha un buon numero di followers e si trovava in vacanza proprio nella mia zona. Non ho risposto subito, poiché avevo dei dubbi sul fatto di offrire il mio lavoro gratuitamente. Non sono un fotografo professionista. Ma anche per passione, se ti prendi un impegno, qualsiasi cosa può diventare un lavoro. Sono fermamente contrario al lavoro non retribuito. Credo che, anche se simbolico, un compenso debba sempre esserci perché il lavoro gratuito spesso non è equo.

Farsi avanti

Tuttavia, da un lato sentivo il desiderio di mettermi in gioco, con persone fuori dalla mia confort zone e dall’altro avevo la curiosità di fotografare e fare video con qualcuno che mi è sembrato avesse più esperienza di me in questo campo. Volevo fotografare, ma anche informarmi sull’ambiente. Insomma, dopo un po’ di tempo e di riflessione, e dato che non rubavo il lavoro a nessuno, ho deciso di farmi avanti.

In fondo, la collaborazione avrebbe richiesto tempo ad entrambi le parti. Io per le foto e relativo editing e lei il tempo di posare e di ripagare con una pubblicazione e una visibilità maggiore rispetto ai miei follower.

Così, le ho scritto, mi sono presentato e l’ho invitata a dare un’occhiata al mio profilo instagram.

La risposta è arrivata presto: “Le tue foto sono molto belle, d’effetto. Purtroppo il tuo stile è lontano dal mondo fashion/moda…”.

Devo dire che la risposta mi ha molto sorpreso. Forse è vero che il mio stile “street”, se così si può dire, è lontano dal mondo fashion. Ma molto dipende anche da cosa si fotografa, dalle emozioni che il soggetto trasmette e insomma da tanti particolari che si possono anche costruire. Ad ogni modo…

Accettare il no, il valore dei “no”.

Riflettendo su questa esperienza, ho voluto scrivere questo articolo per sottolineare a me e ai miei lettori di quanto sia importante saper accettare un “no”. E che un “No” ha un valore.

Viviamo in un’epoca in cui molti faticano ad accettare un rifiuto, sia esso da parte dei genitori, dei partner o dalla vita stessa. Questa incapacità spesso conduce a insistenze inappropriate o a conflitti inutili. So che le reazioni possono variare in base alle esperienze personali. Nel mio caso, nonostante la delusione iniziale, ho colto l’opportunità per riflettere su me stesso.

Questo aneddoto rappresenta una dinamica molto comune nel mondo del lavoro creativo e delle collaborazioni, specialmente nell’era dei social media, dove il numero di follower e la visibilità sembrano avere un valore intrinseco. Ci sono alcuni aspetti fondamentali da analizzare e considerare.

Lavoro gratuito?

In primo luogo, la riflessione sul lavoro gratuito è cruciale. Il valore del proprio tempo, del proprio talento e delle proprie competenze deve essere riconosciuto, e accettare lavori non remunerati può diventare una trappola, un ciclo che svaluta non solo il proprio lavoro, ma l’intera industria creativa.

È giusto volersi mettere in gioco, esplorare nuove opportunità, ma sempre con un occhio al valore intrinseco di ciò che si offre.

Il lavoro creativo ha un valore e non dovrebbe mai essere dato per scontato, anche in contesti dove la “visibilità” viene proposta come ricompensa.

Capisco però che in contesti economici difficili, tra le difficoltà della provincia, alcuni possano sentirsi costretti ad accettare tali condizioni. Tuttavia, è importante essere consapevoli del proprio valore e cercare, quando possibile, di ottenere un giusto riconoscimento per il proprio lavoro. È giusto volersi mettere in gioco ed esplorare nuove opportunità, ma sempre con un occhio al valore intrinseco di ciò che si offre.

Accettare un rifiuto

In secondo luogo, c’è un’importante lezione sulla capacità di accettare un rifiuto senza lasciare che questo ci blocchi. Spesso, di fronte a un “no”, si cerca di forzare la situazione, incapaci di accettare che non tutto dipende da noi. Questa reazione può creare barriere e ostacoli nel nostro percorso personale e professionale. Accettare un rifiuto con maturità, invece, ci permette di crescere e di aprirci a nuove opportunità.

L’insegnamento che si può trarre è questo: il rifiuto non definisce il nostro valore, e non dovrebbe essere un freno.

Spesso siamo noi stessi a porci limiti e a creare barriere mentali. La vera crescita arriva quando superiamo queste paure e ci mettiamo in gioco, accettando che non sempre otterremo ciò che desideriamo. E anche se dall’altra parte c’è un “no”, quel rifiuto può essere un momento di riflessione, ma non una sconfitta. È solo una tappa del percorso, che ci permette di affinare il nostro approccio, continuare a migliorare e, soprattutto, a credere nel valore del nostro lavoro e della nostra arte.

Rispetto e comprensione

In un mondo dove molti non accettano un “no” come risposta, è fondamentale distinguersi per la propria capacità di rispetto e comprensione.

Ogni porta chiusa può aprirne altre, e ogni “no” può insegnarci qualcosa di prezioso. Il messaggio è chiaro: accettare i rifiuti con serenità ci rende più forti e ci prepara a cogliere le opportunità che la vita ha in serbo per noi.

Il no che devia il percorso

Concludo con un ricordo personale. Un “no”, un rifiuto, molto spesso devia il nostro percorso in modi inaspettati ma positivi.

Ricordo che quando, da ragazzo, andai a Milano in cerca di lavoro, nonostante il mio impegno non trovavo il mio lavoro ideale. Così iniziai a cercare altri lavoretti.

Pensavo che potevo cominciare dal basso e poi cercare altro con un impiego, magari da commesso in una libreria. Così feci. Andai ai colloqui per le librerie e incontrai una signora che, dopo aver letto il mio curriculum, mi chiese perché volevo fare il commesso. Ovviamente risposi che mi piaceva leggere, che frequentavo le librerie e così via.

Ma lei mi spiegò che il mio CV richiedeva qualcosa in più che diventare un commesso, che avrei dovuto insistere nel cercare qualcos’altro.

Non passò molto tempo da quando poi fui chiamato in RCS Media group per iniziare il mio primo lavoro in ufficio stampa.

Non tutto il male viene per nuocere

Devo dire che, per come mi parlò e riflettendo su quello che mi disse, la delusione del rifiuto passò velocemente.

Quel “no” ha deviato il mio percorso, ha alzato un muro su un mio percorso di vita. Ho imparato, a distanza di tempo, che accettare i rifiuti con serenità mi rende più forte e mi prepara a cogliere le opportunità che la vita ha avuto in serbo per me. Ogni porta chiusa può aprirne altre o aprire portoni, e ogni “no” può insegnarci qualcosa di prezioso.

Quel “no” mi ha portato a realizzare i miei sogni. Se fossi stato preso in quella libreria, magari oggi avrei un altro lavoro, che non sarebbe stato quello che faccio oggi; non avrei vissuto tutte le meravigliose esperienze che ho vissuto negli anni.

Insomma, non tutto il male viene per nuocere, non tutti i “no” portano su strade sbagliate.

Come trasformare un rifiuto in un’opportunità

Non sono uno psicologo e oltre a quello che ho detto non potrei dire altro. Ma se stai leggendo questo articolo forse hai bisogno di un primo aiuto ad affrontare un periodo difficile. Questo capitolo è quel che ho trovato io, come fossi una guida. Ma se non riesci da solo, rivolgiti senza paura e pregiudizi ad uno psicologo.

  1. Accetta il rifiuto senza resistenza
    • Concediti il tempo di elaborare le emozioni negative legate al rifiuto, come delusione, tristezza o rabbia. Non reprimere ciò che senti, ma riconoscilo con gentilezza verso te stesso.
  2. Riformula il rifiuto
    • Cambia prospettiva: un rifiuto non è necessariamente un fallimento, ma un feedback o un messaggio che qualcosa non era allineato in quel momento. Chiediti: “Cosa posso imparare da questa esperienza?”
  3. Evita la personalizzazione
    • Non identificarti con il rifiuto. Ricorda che un “no” non è un giudizio sul tuo valore personale, ma una scelta specifica in un contesto altrettanto specifico.
  4. Analizza le cause
    • Rifletti sui motivi dietro il rifiuto. Se possibile, chiedi feedback. Comprendere cosa non ha funzionato ti aiuterà a migliorare o a considerare nuove direzioni.
  5. Trova il lato positivo
    • Ogni rifiuto può aprire la strada a opportunità migliori. Spesso un “no” spinge a scoprire opzioni che non avevi considerato o a rafforzare le tue capacità.
  6. Rafforza la resilienza
    • Considera il rifiuto come una parte naturale del percorso. Le persone di successo spesso incontrano rifiuti prima di arrivare ai loro traguardi.
  7. Genera nuove opportunità
    • Usa l’energia del rifiuto per esplorare nuove strade. Cerca alternative, amplia le tue competenze, o proponi idee che vadano oltre il tuo primo approccio.
  8. Concentrati sui tuoi valori
    • Rifletti su cosa è veramente importante per te. Il rifiuto potrebbe essere un segnale per riallinearti con i tuoi obiettivi più autentici.
  9. Sperimenta gratitudine
    • Cerca di apprezzare il rifiuto come una possibilità di crescita. Anche gli ostacoli offrono lezioni preziose che possono arricchire il tuo viaggio personale e professionale.
  10. Non temere di riprovare
  • Un rifiuto non è definitivo. Se credi nel tuo obiettivo, non esitare a tentare di nuovo, magari con un approccio diverso o in un momento migliore.

Trasformare un rifiuto in opportunità richiede pazienza, introspezione e apertura al cambiamento. Ogni “no” può essere il primo passo verso un “sì” più significativo.