Nel panorama della comunicazione digitale, i social media e gli influencer occupano un ruolo predominante. Il sogno che viene venduto è seducente: chiunque può diventare un influencer di successo, basta rispettare le istruzioni giuste, acquistare i prodotti consigliati, seguire i passi di chi ce l’ha fatta.

Ma c’è un grande inganno dei social dietro questa facciata luccicante.

L’illusione di “diventare come me”

Un fenomeno che ormai caratterizza molti influencer è l’invito esplicito o implicito a “diventare come loro”. Non si tratta più solo di condividere esperienze, viaggi o consigli pratici; l’obiettivo sembra essere quello di creare una narrativa in cui il follower viene spronato a replicare uno stile di vita idealizzato.

Frasi come “Seguimi per scoprire come vivere viaggiando” o “Anche tu puoi lavorare mentre sei in spiaggia” nascondono una promessa di successo facile, spesso irrealistica.

Ma perché l’influencer non si propone semplicemente come guida per aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi personali, senza necessariamente imitare il suo percorso?

Il messaggio è chiaro: per avere successo, devi essere come loro, vivere come loro e, in molti casi, persino apparire come loro.

L’identità personale sacrificata sull’altare del personal brand

Questa dinamica spinge molti follower/clienti a modellarsi su un’idea di successo che non sempre coincide con la realtà e con le loro vere ambizioni o passioni. Essere guidati non significa più ricevere strumenti per crescere in autonomia nel proprio lavoro o nelle proprie passioni, ma aderire a un modello precostituito. È un inganno sottile, che sposta l’attenzione dall’autenticità del percorso individuale all’imitazione di uno stile di vita standardizzato.

In questo processo, l’identità personale rischia di essere sacrificata. Chi segue questi percorsi spesso si ritrova a inseguire un’immagine costruita, che non riflette i propri valori o desideri profondi, ma solo una proiezione di successo superficiale e standardizzato.

L’errore del successo “facile”

Promettere di “diventare come me” implica che il successo sia replicabile seguendo semplici passi. Tutti abbiamo i nostri metodi. Tanti hanno il metodo da vendere. Senza mai considerare fattori complessi come il contesto in cui si vive, la propria vita, il proprio carattere, le opportunità, e persino la fortuna.

Penso che si tratti di un messaggio che illude e disorienta, facendo sembrare il percorso verso il successo un gioco a tappe predefinite, quando in realtà è spesso fatto di tentativi, fallimenti e scelte uniche.

Questo approccio finisce per creare false aspettative: molte persone si aspettano risultati immediati e straordinari, per poi trovarsi frustrate quando la realtà non corrisponde alla promessa.

Tanto le colpe del mancato successo ricadranno sempre sulla persona che avrà mancato qualcosa. Non sarà stato in grado di seguire alla lettera quello che gli è stato detto o non avrà investito abbastanza. Il che ci riporta ai fattori complessi che guidano la nostra vita.

Il fascino dell’accessibilità

Gli influencer raccontano storie accattivanti, fatte di successi folgoranti e guadagni stellari, capaci di trasformare una vita ordinaria in un sogno ad occhi aperti. Parlano di sé come persone accessibili, pronte a rivelare i segreti del loro successo, a condividere strategie e a includerti nel loro mondo esclusivo. Si tratta di una narrativa potente, che seduce con la promessa di un cambiamento radicale e di una vita migliore, alimentata da immagini di lusso e serenità.

Dietro questa facciata, però, la realtà è più complessa. La loro apparente disponibilità è mediata da team di professionisti, segretarie o, talvolta, da sistemi automatizzati. La spontaneità, che sembra così autentica, è spesso frutto di un’attenta pianificazione strategica. Eppure, l’illusione persiste: chi segue queste persone è portato a credere che tutto sia alla portata di chiunque, anche senza risorse o competenze particolari.

L’illusione di un successo replicabile

Questa narrativa spinge molti a investire in corsi, consulenze e prodotti che promettono di trasformare chiunque in un influencer di successo. Tuttavia, ciò che viene spesso taciuto è l’infrastruttura che sostiene queste persone: investimenti iniziali, team dedicati, conoscenze tecniche e anni di lavoro dietro le quinte. Gli influencer più trasparenti ammettono questi aspetti, ma molti preferiscono alimentare l’idea che tutto sia possibile con un pizzico di impegno e fortuna.

In questo modo, il messaggio si trasforma in un’illusione pericolosa: il successo diventa un prodotto confezionato, un obiettivo preconfezionato che chiunque può acquistare. Ma, come in ogni attività professionale, il vero successo non si improvvisa. Richiede conoscenza, sacrificio e, spesso, una rete di supporto di cui pochi parlano.

Non solo sé stessi

Gli influencer non sono semplicemente “imprenditori di sé stessi,” come spesso amano definirsi, ma veri e propri imprenditori nel senso tradizionale del termine. Investono capitali, creano aziende, assumono personale e costruiscono strategie complesse per mantenere e far crescere il loro business. In alcuni casi, l’influencer è solo il volto di un’organizzazione molto più grande, dove ogni dettaglio, dalla comunicazione alle sponsorizzazioni, è attentamente orchestrato.

Questa spregiudicatezza nel perseguire il profitto ha un prezzo. Alimenta aspettative irrealistiche e, a volte, perpetua illusioni che finiscono per danneggiare chi non ha gli stessi mezzi o opportunità. La figura dell’influencer diventa così un simbolo di successo irraggiungibile, ma raramente autentico.

La donna che ingannò il mondo

A febbraio 2025 è andata in onda la miniserie “Apple Cider Vinegar” tratta dal libro “La donna che ingannò il mondo“.

La miniserie e il libro raccontano una storia vera basata su una bugia. La storia ambientata tra gli anni del 2009 al 2015, quando i social media e le app hanno iniziato ad avere un successo nella vita reale.

segue due giovani donne australiane, Belle Gibson, influencer del wellness e la sua “amica” Milla Blake, blogger, mentre decidono di curare i loro tumori attraverso un’alimentazione sana, il benessere e l’allenamento, influenzando i loro seguaci online. Ma le loro comunità virtuali non sono a conoscenza che a Belle non è mai stato diagnosticato il tumore che condivide sui social, sull’app mobile che ha sviluppato o nel suo libro di ricette.

La banalità del male

C’è un aspetto che, per quanto possa infastidire o suscitare disgusto, non si può negare: queste persone possiedono abilità straordinarie che molti di noi, me compreso (sia chiaro), non hanno.

Mentire con disinvoltura davanti a centinaia o migliaia di persone, costruire una narrazione che sembri autentica anche quando è pura finzione, esibirsi con naturalezza davanti a una telecamera, creare l’illusione di un’intimità condivisa quando in realtà è solo una messa in scena ben congegnata. Queste persone sanno trasformare la propria immagine in un prodotto perfettamente confezionato, capace di suscitare fiducia e attrazione. E, soprattutto, riescono a monetizzare tutto questo, costruendo un vero e proprio business sulla loro stessa esistenza.

Si potrebbe dire che è una forma di genio, anche se rivolto al male. O forse è semplicemente l’applicazione spregiudicata di tecniche di persuasione e marketing portate all’estremo. Ma il punto è che queste capacità esistono, e ignorarle significa sottovalutare il potere che esercitano.

Per non restare intrappolati in queste dinamiche, serve qualcosa di più di un semplice scetticismo: bisogna conoscere i meccanismi che le alimentano, comprendere le strategie che vengono usate, sviluppare un pensiero critico che permetta di smascherarle. Solo così si può evitare di cadere nella rete di chi ha fatto della manipolazione un’arte e della propria immagine un’industria perfettamente redditizia.

La necessità di uno sguardo critico

La realtà, almeno quello che io intendo per realtà, è che il successo, nei social media come altrove, non può essere garantito. È il risultato di lavoro, competenza e, spesso, di un insieme di circostanze fortunate. Promettere miracoli non è solo fuorviante, ma anche dannoso, perché distrae dall’importanza delle competenze reali e della professionalità.

Affrontare il mondo dei social media con consapevolezza significa riconoscere che dietro ogni traguardo c’è molto di più di ciò che appare. Non tutto ciò che viene raccontato è replicabile, e la vera sfida sta nel costruire qualcosa di autentico e sostenibile, senza lasciarsi travolgere dall’illusione di successi facili e irrealistici.

Chi è veramente un influencer?

Tutti siamo influencer nel momenti in cui un amico ci chiede un parere in quale macellaio ti servi per comprare la carne buona, o quale tipo di aspirapolvere usi per la casa. Se moltiplichi questi consigli sul web diventi un influencer anche per le aziende e per il web. Un influencer dunque è una figura che ha saputo costruire una connessione forte con il proprio pubblico, utilizzando i social media per orientarne opinioni, scelte e comportamenti. La loro influenza deriva non solo dalla competenza o dalla credibilità, ma anche dalla capacità di instaurare un rapporto empatico con chi li segue. Gli ambiti sono i più vari, dalla moda alla tecnologia, dalla cucina ai viaggi, e ognuno porta con sé una specifica visione del mondo.

Tuttavia, essere un influencer non è l’unica strada per avere successo o trovare realizzazione personale. La popolarità sui social è un valore che oggi viene spesso sovrastimato, trasformandosi in un metro di giudizio limitato e ingannevole. Il successo, nella sua essenza più autentica, è qualcosa che va ben oltre i numeri e la visibilità.

Oltre l’apparenza del successo

E qui mi rivolgo ai ragazzi, ai più piccoli, ai liceali, almeno a coloro che ancora hanno voglia di leggere e di capire.

Il successo non è una formula unica né un traguardo universale. Può significare tante cose diverse: migliorare la propria vita, lasciare un segno nel mondo, o anche solo strappare un sorriso a chi ci sta vicino. Ciò che conta davvero è definire il successo secondo le proprie aspirazioni, senza farsi condizionare da ideali esterni.

La società spesso ci spinge a credere che la visibilità online sia l’unica misura del nostro valore. Questo crea una pressione insostenibile, portando molti a sacrificare studio, approfondimento e impegno per inseguire risultati superficiali.

È qui che l’istruzione gioca un ruolo fondamentale: non come mero atto formale, ma come processo di crescita personale e acquisizione di strumenti utili per affrontare le sfide della vita. Ossia, volete il successo? Dovete studiare!

Il valore della nostra esistenza

Il valore di una vita non può essere misurato dal numero di follower né dal guadagno economico. La vera realizzazione sta nell’agire con integrità, nel costruire relazioni autentiche e nel dare un contributo positivo al mondo che ci circonda. Che sia attraverso il lavoro, un gesto di volontariato o una parola gentile, ciò che ci definisce è il modo in cui scegliamo di essere parte di una comunità.

Il successo autentico non è sinonimo di ricchezza o popolarità, ma di coerenza con i propri valori e principi morali. È il risultato di scelte consapevoli che ci permettono di vivere con onestà e responsabilità, coltivando una felicità che non dipende da fattori esterni.

La felicità: una promessa o un percorso?

Spesso il messaggio degli influencer lega il successo economico a uno stato di felicità permanente, proponendolo come una meta raggiungibile attraverso corsi, prodotti o strategie miracolose. Ma la felicità non è un bene di consumo, né può essere ridotta a un unico fattore come il guadagno.

La felicità è complessa, costruita sull’equilibrio tra relazioni personali, realizzazione professionale, salute fisica e mentale, e senso di appartenenza. Non è un punto d’arrivo, ma un processo continuo di scoperta e crescita.

Una visione equilibrata della felicità

Il benessere autentico nasce dall’armonia tra i diversi aspetti della vita: il lavoro, le relazioni, il tempo per sé stessi. Perseguire il successo economico o professionale a scapito di tutto il resto rischia di portarci a una vita insoddisfacente, dove ogni conquista sembra sempre insufficiente.

È importante imparare a investire non solo nella propria carriera, ma anche in ciò che arricchisce la nostra anima. Coltivare relazioni sincere, trovare tempo per le proprie passioni e vivere secondo i propri valori sono elementi che contribuiscono alla nostra vera felicità.

Alla fine, il valore della nostra vita non sarà mai rappresentato da un numero o da un risultato economico. Sarà la qualità delle nostre scelte, il modo in cui avremo vissuto e le relazioni che avremo costruito a definire chi siamo realmente.

Il grande inganno dei social

La vita offre molto di più di ciò che i social media e le strategie di marketing vogliono farci credere. La realizzazione personale non è un traguardo universale né una formula preconfezionata: è un percorso unico, fatto di scelte autentiche, crescita interiore e relazioni significative.

Essere consapevoli di questo ci permette di vivere con maggiore equilibrio, evitando di inseguire illusioni che non ci appartengono.

Alla fine, il successo e la felicità non sono qualcosa da imitare o comprare. Sono la somma delle piccole decisioni che prendiamo ogni giorno per vivere in coerenza con chi siamo e ciò che desideriamo realmente.

E questo, forse, è il traguardo più grande che possiamo raggiungere.