L’Euro IA 2018 è la conferenza europea dell’architettura dell’informazione. Ed è un momento importante per tutti coloro che si occupano di user experience design. Ogni anno, personalmente, mando la mia proposta di intervento. Ma non è facile, perché la competizione è mondiale. Da un lato si preferiscono i professionisti già riconosciuti e che lavorano per brand di rilevanza internazionale. E poi in tre giorni c’è un massimo di persone da poter ascoltare.
Proponetevi!
Ad ogni modo, la cosa che trovo molto interessante, è che per poter intervenire ti giudicano tre persone a cui viene affidato il compito di leggere la proposta di tutti coloro che hanno l’ardire di proporsi. Al momento ho sempre trovato una persona entusiasta della proposta. Una a cui piace l’idea ma molto di nicchia. E una terza completamente in disaccordo con l’intervento e che giudica il mio inglese troppo semplice. Con un voto di uno e mezzo si viene respinti.
Non vi nascondo che trovo sempre molto belli i consigli di chi sarebbe entusiasta ad ascoltarmi. Interessanti le osservazioni del secondo e un po’ troppo zelante il terzo che mi boccia. Ma va bene così.
Se continuo a scrivere è perché in ogni caso, queste risposte mi forniscono utili suggerimenti; mi permettono di migliorare i miei studi per me stesso e per i miei lettori. Così come per i miei clienti.
E poi, quest’anno, finalmente, ci si occupa di architettura dell’informazione conversazionale. Chissà che un giorno vogliano ascoltare anche il piccolo uomo di provincia che ha da dire la sua.
Cos’è L’Euro IA 2018
Di se stesso l’EURO IA dice nell’ About.
Il Summit EuroIA è la principale conferenza sull’architettura dell’informazione (IA) e User Experience (UX) in Europa. È organizzato da un team di volontari ogni anno a settembre, in una diversa città europea. EuroIA 2018, a Dublino, sarà la 14a edizione.
Avendo una relazione così consolidata con la comunità di Information Architecture e User Experience, EuroIA ha visto e ospitato alcuni dei momenti decisivi nella progressione della nostra industria e del nostro modo di lavorare. In questo modo, abbiamo abbracciato argomenti dalla ricerca degli utenti a test e analisi, modellazione dei contenuti, workshop creativi o gestione delle competenze.
Programma completo EURO IA 2018
Euro IA 2018 si svolgerà a Dublino dal 27 al 29 Settembre. E ci sarà un programma fitto di interventi interessanti.
Cosa andrei a seguire, se andassi veramente
Io ormai mi sono relegato ai confini dell’impero, per cui non andrò. Ci vorrebbe uno sponsor che mi mandasse ad ascoltare. Il costo degli spostamenti e della conferenza stessa non sono sostenibili.
La mia azienda è ancora troppo piccola per poter investire in un evento del genere. Però mi piace sognare; mi piace progettare il viaggio e immaginare quali conferenze andare ad ascoltare.
Humanogy e non Humanology
Il tema di quest’anno è Humanogy. E lo faccio spiegare a Euro18 stesso cosa vogliono dire.
Le persone e la tecnologia condividono entrambi un tratto comune. Entrambi hanno memoria, capacità e capacità di pensare. Mentre la tecnologia espande e connette la razza umana alla rete digitale globale, il nostro mondo fisico si sta rapidamente fondendo con un mondo digitale in cui ogni azione e movimento possono essere monitorati, archiviati e analizzati all’interno di un enorme universo digitale che non dorme mai. Cosa significherà questa convergenza per l’uomo? Quale sarà il nostro futuro in questa inaffidabile era digitale? (Cit. Urban Dictionary)
Come user experience designer e architetti dell’informazione, trascorriamo gran parte del nostro tempo a pensare alla relazione tra tecnologia e umani da una prospettiva sociale, economica, storica e tecnologica. Inoltre, ci impegniamo costantemente per migliorare l’aspetto umano con tecnologie rivoluzionarie.
Con organizzazioni e imprese sociali che finalmente riconoscono il valore dell’esperienza utente e dell’architettura dell’informazione, abbiamo un’opportunità unica per avere un impatto significativo. Ora è il nostro tempo.
Da non perdere! Secondo me.
Giovedì 27 Settembre 9:30 – 13:30
A re-introduction to information architecture / Donna Spencer
Un ripasso fatto con Donna Spencer non sarebbe affatto male. Anche perché si tratterebbe di una re-introduzione. Rinforzare, ogni qualvolta sia possibile, le basi permette di alzare i propri obiettivi.
Classification schemes: Audience, topic, geography etc
IA structures: Hierarchies, matrices, facets
Scientific and folk classifications
Supplementary IA: Search, indexes, links
Testing IA
Enterprise IA
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Venerdì 28 Settembre 9:00 – 13:00
Beyond the Screen / Abi Reynolds / Jessica Cameron
Si tratta di un Tutorial Workshop dal titolo User-centred psychology and new ideas in interaction design.
To create engaging and effective digital experiences, it helps to have a solid understanding of user-centred psychology. By taking advantage of people’s perceptual tendencies, cognitive biases, and very human susceptibilities to emotional experience and social influence, designers have proven able to create compelling, even addictive, screen-based experiences.
But now we are entering a new frontier. Our digital interactions have been primarily visual, but we are now moving towards a more holistic experience – one that encompasses conversational UIs, the Internet of Things and wearable tech. How can an understanding of key psychological principles help us design effectively for these new opportunities?
In this session, we will give attendees an introduction to user-centred psychology, identifying and explaining the ideas and research findings that help designers create effective desktop and mobile experiences. We will then move beyond the screen, and explore the challenges and opportunities presented by new interfaces. Throughout, we will remind ourselves that while technology changes rapidly, human needs do not.
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Sabato 29 Settembre sarei davvero combattuto tra due interventi che si svolgono entrambi dalle 9:00 alle 13:00.
Il primo riguardante
The Art of Conversation / BBC Architects
Altro Tutorial Workshop dal titolo What we can learn about IA from Voice UI design.
Voice interaction is a natural playground for UX practitioners and Information Architects in particular. After all, we’re building experiences out of language and staging transactions within invisible structures.
But how should we research, prototype and design these experience, especially when they span contexts and content domains within the same experience. And what can we learn from VUI design as we create IA across any other digital environments?
Learn to develop ideas for voice and other invisible structures.
Practice describing and diagramming information architectures for new types of structure
Prototype and research propositions, from transactions to more exploratory experiences
We’ll also share some thought-provoking examples of what the BBC has learned in designing for voice platforms, asking questions like:When pausing a live broadcast, where does it resume from?
Does “last” mean “previous” or “final”?
How do you gracefully handle errors without a screen?
How might we design for discovery in a conversational interface?
The tools and lessons in this workshop will give you a new perspective to take back to your professional work, and shine a light on something fundamentally human: the art of conversation.
Il secondo invece riguarda
AI for IA (and UX and Content Strategy) / Marianne Sweeny
Workshop che ritengo molto utile e di immediato uso e consumo per progetti reali e vicini alle persone.
There is an absolute truth about AI and that is artificial is always a pale comparison to the real thing especially when intelligence is involved. If you’ve noticed in increase in attention from the SEO down the hall, it is because Google has determined that UX is the most SEO-proof ranking influence for search results.
If you’re Stephen Hawkings (or Elon Musk and others), you believe that artificial intelligence brings with it doom and destruction. IF you’re Forbes magazine AI will merely redefine the enterprise. Most important, if you’re Google, you see its AI product RankBrain as the culmination of a goal to deliver the right information to the right people from the entire corpus of online information whether on sites, devices or structured depositories for the best experience.
However, this is not the experience that we design for. It is UX that is calculated, not observed. It is predicted based on past behavior rather than informed by human understanding. It is determined by machine intelligence rather than guided by collaborative design thinking. Information Architects have always recognized the essential role of the user. To be successful, IA must work for people. But as artificial intelligence and machine learning increase in power and prevalence, how can we ensure that technology serves human needs, and not the other way around?
Se qualcuno andasse…
Se qualcuno tra i lettori si recherà a Dublino il blog è a disposizione ad ospitare quanti vogliono condividere la loro esperienza.
grazie del feedback Toni,
Su l’intervento di Abi Reynolds e Jessica Cameron “oltre lo schermo”:
la mia sensazione, a prima superficiale lettura dell’abstract, è che non ci sia un (forse desiderato da noi) riferimento alla conversazione! Infatti c’è un filone di pensiero che vede la voce (ed il suono) come una parte tra molte altre (il gesturale, il visivo, etc.)
vedi “calm technology” … Poi io sono stufo sentire parlare di human-centered in modo “astratto” …. ma hai ragione, l’intervento dovrebbe essere interessante.
>L’intervento che ho proposto voleva spostare l’attenzione sulla potenza del suono e della sua >pervasività. Ed è stato bocciato perché ritenuto argomento troppo metafisico.
Non posso essere che d’accordo sulla “potenza del suono” … ho pubblicato ieri l’articolo:
https://convcomp.it/echo-dot-ed-home-mini-audio-confronto-ab5016bf2d8f
IL tuo argomento non mi pare metafisico per niente!
Ed Il tuo ottimissmo è peraltro encomiabile, continua così!
ciao Toni,
mi spiace che la tua proposta non sia stata accettata e sono curioso su quale argomento specifico ti sei proposto.
A riguardo dei costi di partecipazione, sono nella tua condizione e comunque penso purtroppo che è meglio investire i risparmi in qualche buon libro.
Perchè dici che quest’anno l’evento EuroIA 2018 si occupa di architettura dell’informazione conversazionale?
Dalla definizione di “Humanogy” su https://euroia.org/, mi pare che la si prenda molto molto alla lontana rispetto ai temi sostanziali dell’architettura dell’informazione conversazionale.
Forse l’unico talk davvero pertinente è quello della BBC:
https://euroia.org/session/the-art-of-conversation/
Anche se il titolo è troppop vago per me, so che stanno alvorando a degli esperimenti VUI di “radio interattiva” esattamente nel senso che mi interessa.
BTW, Un pochino invece l’argomento “architettura dell’informazione nella conversazione uomo macchina” è stato trattato all’evento http://www.iasummit.it in Novembre 2017, ma anche nel nostro evento italiano, gli argomento sono stati solo accennati. Non approfonditi. Un vero peccato.
Se mi permetti un commento in generale, continuo a vedere che la comunità della “Architettura dell’Informazione” non sta affrontando di petto l’argomento di come si “transfigurano” i concetti sedimentati in anni di analisi di una Graphical User Interface. Mi pare, qui e la che si cerchi di migrare concetti provenienti dall’esperienza della progetttazione sul web. Addirittura si continua a parlare di “architettura” (come metafora dell’organizzazione dello spazio). Anacronostico ed astratto.
Servirebbe invece fare il focus sugli aspetti dell’architettura de’informazione conversazionale, che sono legati alla parola, il linguaggio e la comunicazione con le macchine, tra le macchine. L’arte di organizzare lo spazio (bidimensionale o tridimensionale), secondo me non c’entra poco o niente.
no?
Ciao Giorgio! Certo, bisognerebbe ascoltare le declinazioni che ne daranno gli speaker invitati a parlare. Oltre all’intervento della BBC, credo che anche l’intervento di Abi Reynolds e Jessica Cameron “oltre lo schermo”, si occuperà della parte conversazionale. Non so come. Dico solo che andrei ad ascoltarle.
Questo non significa che la comunità affronti il tema di petto. So perfettamente che solo pochi guardano con interesse a questo aspetto della progettazione. Altri, semmai si limitano ad osservare.
L’intervento che ho proposto voleva spostare l’attenzione sulla potenza del suono e della sua pervasività. Ed è stato bocciato perché ritenuto argomento troppo metafisico. Per cui l’invito è stato quello di restare sul pratico della progettazione. Questo conferma quanto affermi tu. Ed è lo stesso motivo, evidentemente, per cui si preferisce non ascoltarmi.
Il mio continuo interesse per l’architettura dell’informazione resta per il punto di vista disciplinare, per i principi di ricerca e di progettazione centrati sulla persona; sul fondamentale concetto di contesto. Personalmente uso l’architettura dell’informazione come metodologia. Non a caso il mio personale “rebranding” ad architetto della comunicazione. Per il resto, penso anch’io che nella ricerca di un riconoscimento più ampio della disciplina (sono ancora aperte le discussioni interne di cosa sia l’architettura dell’informazione), la disciplina stessa si sia arenata e abbia perso la sua spinta innovativa.
Resto fiducioso nelle persone e nelle prossime comunità che avranno da venire. Nel frattempo a me non resta che studiare e condividere, ringraziando chi come te, mi legge e contribuisce a far crescere l’interesse per questo vasto mondo. Grazie!