Immagina di essere davanti a un enorme puzzle, ma invece di avere un’immagine di riferimento, hai solo dei pezzi sparsi, ognuno con una piccola parte di una storia. Il tuo compito è trovare il modo migliore per mettere insieme quei pezzi in modo che la storia abbia senso. Ecco, il card sorting è un po’ come risolvere quel puzzle, ma invece di pezzi fisici, hai delle idee, concetti o informazioni che devono essere organizzati.

Ora, pensa di essere un bibliotecario che ha appena ricevuto una scatola di libri senza etichette. Alcuni parlano di scienza, altri di viaggi, altri ancora di cucina. La tua missione è trovare un modo logico e utile per disporre quei libri sugli scaffali, in modo che quando qualcuno entra in biblioteca sappia dove cercare quello che gli interessa. Card sorting fa proprio questo: ti aiuta a scoprire come le persone ordinerebbero le informazioni, trovando i collegamenti naturali che per loro hanno senso.

Workshop con card sorting

In un workshop di card sorting, tu non sei l’unico a decidere come sistemare i libri (o i pezzi del puzzle). Chiedi alle persone – che possono essere utenti, clienti, colleghi – di organizzare queste informazioni al posto tuo. Ognuno prenderà i “pezzi” o le “carte” e li raggrupperà secondo la propria logica, offrendoti una prospettiva preziosa. Alla fine, quando hai raccolto tutte queste idee, scopri schemi comuni che non avresti mai immaginato, capendo meglio come le persone vedono il mondo che stai cercando di costruire.

Facciamo un esempio concreto: hai un sito web di viaggi. Ci sono informazioni su voli, hotel, attività da fare in giro per il mondo. Ma come le organizzi per far sì che le persone trovino quello che cercano in modo naturale? Chiedi ai tuoi utenti di raggruppare queste informazioni. Alcuni metteranno i voli e gli hotel insieme sotto “prenotazioni,” altri raggrupperanno attività e esperienze sotto “cosa fare.” Il card sorting ti permette di entrare nella testa delle persone e capire come vedono il mondo, così che tu possa progettare il sito nel modo più intuitivo possibile.

In fondo, il card sorting è un esercizio di empatia: ci mettiamo nei panni degli altri e lasciamo che siano loro a raccontarci come preferiscono navigare tra le informazioni. E, a volte, ci sorprendono con soluzioni che non avremmo mai considerato da soli.

Organizzare contenuti complessi

Quando si tratta di organizzare contenuti complessi come quelli di un’intranet, una sfida comune è quella di renderli facilmente navigabili. Le organizzazioni spesso si trovano a riprogettare la propria intranet quando diventa obsoleta o difficile da usare. Come ho già discusso in un precedente articolo sull’Intranet Information Architecture, il problema principale è quasi sempre legato alla struttura e alla qualità dei contenuti. È essenziale avere una “mappa” chiara e logica, che consenta agli utenti di trovare rapidamente ciò di cui hanno bisogno.

Una delle tecniche chiave per progettare un’architettura dell’informazione efficace è il card sorting. Questo esercizio ci aiuta a classificare e organizzare i contenuti in modo che seguano una logica comprensibile per gli utenti. In pratica, il card sorting consente di vedere come le persone raggrupperebbero le informazioni secondo la loro percezione, aiutandoci a creare una struttura che funzioni davvero.

Nel mio articolo precedente ho spiegato come, attraverso il card sorting, possiamo costruire un’architettura che rifletta i bisogni e le aspettative degli utenti. Se vuoi approfondire ulteriormente questo concetto e capire come applicarlo nel contesto di una riprogettazione di intranet.

Post-it e Card Sorting: il dibattito sui metodi di progettazione

Uno degli argomenti che spesso divide il mondo del design riguarda l’uso dei Post-it, specialmente nei workshop e durante il processo di progettazione partecipativa. Molti designer vedono questi strumenti come fondamentali per la loro pratica quotidiana, mentre altri li trovano irritanti, superficiali o addirittura controproducenti.

Il dibattito sui Post-it è ricco di spunti su come dovremmo interpretare il design e quali siano i metodi più efficaci per risolvere problemi complessi.

Lo stereotipo del designer “con i Post-it”

Partiamo con una provocazione: “Se non usi i Post-it, non sei un designer.” La provocazione è potente perché tocca uno stereotipo diffuso: il designer immerso in una pioggia di Post-it, intenti a trovare la soluzione perfetta tra colori e forme. Ma, come sottolinea qualcuno, i Post-it rappresentano un cliché e sono visti quasi come un simbolo superficiale del design, quando in realtà la progettazione richiede ben altro che una semplice serie di biglietti adesivi attaccati al muro.

Alcuni critici ritengono che i Post-it portino al “group thinking,” ovvero una forma di pensiero collettivo che può soffocare la creatività individuale, mentre altri sostengono che l’uso dei Post-it faccia parte di un rituale che serve solo a far sentire bene i partecipanti del workshop, senza un reale impatto sul progetto finale. La vera sfida per un designer è progettare per gli utenti finali, non per gli stakeholder presenti in un workshop.

Il valore delle alternative: esplorazione e sintesi

Al contrario, alcuni designer ritengono che i Post-it non siano per forza negativi, ma uno strumento utile in un contesto specifico. Ad esempio, durante il processo di ricerca e esplorazione, ci sono designer che preferiscono intervistare gli stakeholder e gli utenti, sintetizzare i risultati in persona, scenari o journey, e poi lavorare alle soluzioni. In questo processo, i Post-it non servono necessariamente.

Questa visione individualista sottolinea l’importanza della desk-research, della raccolta dati e della sintesi accurata come pilastri della progettazione, a differenza dell’uso dei Post-it nei workshop, dove l’obiettivo sembra essere più il raggiungimento di un accordo tra i partecipanti piuttosto che la risoluzione di un problema.

Il ruolo del workshop: co-design o partecipazione?

Un altro aspetto centrale del dibattito riguarda i workshop. Stefano Bussolon, che ha avviato la provocazione, ammette che il vero punto del dibattito non è tanto l’uso dei Post-it, ma il valore stesso dei workshop. Sono veramente utili per risolvere problemi complessi? O sono più un’attività apprezzata dagli stakeholder perché permettono loro di sentirsi coinvolti, anche se il contributo al progetto finale non è significativo?

Molti partecipanti al dibattito vedono nei workshop un’opportunità di confronto e condivisione, ma non di co-design. La distinzione è importante: mentre la progettazione partecipativa coinvolge gli utenti e gli stakeholder nelle fasi di ricerca, la responsabilità della progettazione dovrebbe rimanere nelle mani dei designer. Il co-design, invece, può portare a soluzioni dettate da chi non ha le competenze necessarie, causando più problemi di quanti ne risolva.

L’utilizzo corretto dei Post-it

Alcuni designer difendono l’uso dei Post-it, sostenendo che, se usati correttamente, possono essere uno strumento potente. Nei workshop, ad esempio, permettono di frammentare i dati in unità atomiche, aiutando i partecipanti a vedere connessioni che altrimenti potrebbero sfuggire. Anche l’idea di “modularità” dei Post-it viene apprezzata: si possono spostare facilmente, creare categorie e trovare nuove correlazioni, senza un impegno definitivo, favorendo la flessibilità e la sintesi.

Tuttavia, resta il problema di cosa accada dopo un workshop. Molti si trovano d’accordo sul fatto che la trascrizione dei Post-it, o la loro integrazione in deliverable concreti, non è semplice. Alcuni designer preferiscono utilizzare strumenti digitali come Miro o Figjam per evitare lo spreco di carta e facilitare la collaborazione a distanza, ma persino questi strumenti digitali pongono le stesse sfide metodologiche.

La flessibilità nella scelta degli strumenti

In definitiva, ciò che emerge da questo dibattito è che non esiste un metodo universale. Ogni progetto, ogni contesto e ogni problema richiede il proprio set di strumenti e metodi. I Post-it, per alcuni, sono un cliché da evitare; per altri, uno strumento utile per ordinare e visualizzare le informazioni. La chiave è usare gli strumenti con criterio, sapendo quando servono e quando invece è meglio optare per alternative più efficaci.

I workshop e il co-design non sono sempre la risposta giusta, e come designer dobbiamo continuamente interrogarci su quali strumenti e metodi ci permettano di fare il nostro lavoro nel miglior modo possibile. Al centro di tutto, c’è la responsabilità di progettare non solo per accontentare chi partecipa al processo, ma per servire al meglio gli utenti finali, che sono i veri destinatari del nostro lavoro.

Vantaggi di un Card Sorting per i progetti IA

Anche se sembra semplice, il card sorting può essere una tecnica molto potente: potresti imparare molto su come le persone pensano a categorie e concetti, come li descrivono e quali informazioni appartengono ad una particolare sezione o categoria.

Per i siti web e le intranet, l’uso più comune per il card sorting è aiutare a definire un alto livello dell’architettura dell’informazione (IA).

L’IA è in sostanza il sistema organizzativo per l’informazione che è rappresentato nel sito.

Quando mettiamo in atto la tecnica, i partecipanti si concentrano sul raggruppamento, l’organizzazione e etichettatura di oggetti di uso comune, che per i siti web sono solitamente contenuti.

Per determinare vengono utilizzati tipi di carte che coinvolgono progetti di IA come le persone utilizzeranno le informazioni su una intranet o un sito Web, includendo il modo in cui si organizzano, etichettano e si raggruppano.

Questo può essere molto utile quando le informazioni devono essere organizzate in un modo intuitivo.

L’obiettivo è creare uno stato futuro per queste informazioni in modo che tutti nell’organizzazione possano trovarlo facilmente.

Usi comuni per il card sorting incentrato sull’IA

I seguenti scenari rappresentano alcuni usi comuni per il card sorting:

  • È necessario definire le categorie di livello superiore per una intranet/sito web
  • Quando è necessario rivedere singole sezioni dell’intranet
  • Modi alternativi di strutturare le informazioni
  • Identificazione di categorie potenziali per una base di conoscenza
  • Creazione di uno schema di classificazione per un sistema di gestione dei documenti
  • Determinare gruppi e sottogruppi di menu per un’applicazione del portale
  • Identificazione delle fasi chiave e delle sottofasi di un processo
  • Strutturazione delle linee guida

Quando si considera la struttura del contenuto per un’architettura dell’informazione intranet, lo scopo può anche includere:

  • Brainstorming di diversi approcci di categorizzazione
  • Ottenere una migliore comprensione di come le persone pensano a un determinato argomento
  • Capire quali categorie sono simili o complementari
  • Documentare un elenco di parole usate dalle persone per descrivere gruppi di informazioni

In che modo il Card Sorting può fornire nuove prospettive

Quando si lavora alla progettazione di un grande portale intranet e conosci già molto bene il contenuto, può essere difficile sviluppare una nuova prospettiva e creare schemi organizzativi diversi, forse anche migliorati.

Un card sorting fatto bene può fornire chiarezza e aiutare a vedere il contenuto dal punto di vista di qualcuno che lo vede per la prima volta. Il card sorting può anche aiutare squadre di colleghi che sono in conflitto e che non raggiungono un consenso unanime.

Per cui fornendo input utili da utenti reali, il card sorting può aiutare a decidere quale schema organizzativo è più appropriato per le esigenze dell’azienda.

Ordinamento delle carte – Tecniche di best practice

Passaggi chiave:

  • Selezionare il metodo da applicare (aperto o chiuso, di persona o da remoto)
  • Determinare il metodo di prova: manuale o software
  • Sviluppare le carte e scegliere i contenuti
  • Scegliere e invitare i partecipanti
  • Eseguire l’ordinamento delle carte e registrare i dati
  • Analizzare i risultati
  • Usare i dati nel tuo progetto

Come scegliere gli articoli migliori da ordinare

Il tuo approccio al modo in cui identifichi le informazioni che desideri trasmettere in un card sorting è determinato dalle informazioni che vuoi cercare. Questo risultato probabilmente specificherà la struttura e i modelli del risultato finale.

La navigazione di molti siti web e le intranet sono impostate intenzionalmente in questo modo. Questo perché le strutture gerarchiche sono un modo naturale per umani di interpretare e comprendere i modelli organizzativi formali.

Questi sono anche comunemente indicati come tassonomie.

Lezioni sul card sorting

Sebbene il card sorting sia diventata una best practice generalmente accettata, a volte è stata criticata come ridondante o dispendiosa dai dirigenti.

Anche perché, spesso e in pratica, si chiede ai dipendenti un parere sull’organizzazione già decisa dai dirigenti stessi. Conoscere il parere dei sottoposti, invece, potrebbe significare dover modificare decisioni già prese e acquisite, come se fossero le migliori possibili.

Ma tralasciando questa categoria di dirigenti…

Spesso i risultati di un card sorting vengono applicati a un nuovo design, senza una corretta analisi o verifica della navigazione. Purtroppo, in questi casi, l’esito dell’esercizio può creare una IA con gravi limitazioni.

Un rinnovato approccio alla ricerca rende necessarie tecniche di analisi e post-analisi molto attente.

  1. Concentrarsi solo sull’IA
  2. Promuovi il dialogo
  3. Sfida lo status quo e non accettare la scusa, “questo è il modo in cui lo facciamo sempre”.
  4. Non esiste una singola soluzione
  5. Coinvolgi un esperto esterno all’organizzazione

Insegnamenti chiave

  1. Vocabolario semplice
  2. Mostrare il “quadro generale”
  3. Sii chiaro

Cosa penso io del card sorting?

Per me il card sorting è un metodo potente. Io lo utilizzo per molte cose, oltre alla progettazione. Per organizzare articoli, lezioni, workshop, per riordinare le idee su un problema, per valutare acquisti, per fare delle previsioni di spesa.

Per me si tratta di una estensione di visualizzazione. Vedo i vari step, li ho davanti agli occhi, li posso spostare, portare il pensiero in avanti o in dietro. Per me il card sorting è utile al di là di ogni progetto da designer.

Cosa pensa Luca Rosati del card sorting

Luca Rosati ha scritto una guida al card sorting molto dettagliata.

Luca Rosati, spiega che ol card sorting è una tecnica fondamentale nel co-design, utile per progettare l’architettura dell’informazione di siti web, applicazioni o spazi fisici. Questa metodologia permette di coinvolgere direttamente gli utenti, aiutandoli a organizzare informazioni in modo coerente con i loro modelli mentali, migliorando la trovabilità e la comprensibilità dei contenuti.

Principali varianti del card sorting

Nell’articolo di Luca Rosati si esplorano le diverse varianti del card sorting, evidenziandone caratteristiche e applicazioni. Tra queste, il card sorting classico consente ai partecipanti di raggruppare gli elementi da zero, senza influenze esterne, mentre nella versione semplificata, detta anche metodo Delphi, i partecipanti intervengono sull’output del precedente, lavorando su una struttura informativa già esistente.

Un’altra distinzione importante riguarda il card sorting aperto e chiuso. Nel primo caso, i partecipanti creano liberamente categorie e nomi, mentre nel secondo vengono forniti dei raggruppamenti predefiniti, e l’attività si concentra sull’assegnazione degli elementi a queste categorie. Inoltre, il card sorting può essere moderato, con la presenza di un facilitatore che guida l’attività, oppure non moderato, in cui i partecipanti lavorano autonomamente, spesso tramite strumenti online. Anche il grado di collaborazione varia: mentre nel card sorting individuale i partecipanti lavorano da soli, nella versione collaborativa piccoli gruppi discutono e decidono collettivamente.

Analisi dei risultati

L’analisi dei risultati dipende dalla variante scelta. Nel card sorting classico, si utilizzano strumenti statistici o esplorativi per individuare pattern comuni tra i raggruppamenti creati dai partecipanti. Al contrario, nelle varianti semplificate o collaborative, l’attenzione è posta sull’evoluzione dell’architettura informativa, osservando come le modifiche apportate dai partecipanti trasformino la struttura originaria.

Per massimizzare l’efficacia del card sorting, è utile integrarlo con altre tecniche di ricerca, come interviste, test di usabilità e analisi dei task. Questo approccio consente di approfondire la comprensione dei modelli mentali degli utenti e delle loro esigenze informative, fornendo una visione più completa e ricca per il design.

Case history

Un esempio concreto dell’applicazione di questa tecnica è la riprogettazione del sito del Ministero della Giustizia italiano. In questo progetto, il pubblico è stato coinvolto attivamente attraverso una serie di test mirati, tra cui il card sorting, per migliorare l’architettura dell’informazione del sito e renderlo più vicino alle aspettative degli utenti.

L’articolo di Luca Rosati si rivela dunque una guida preziosa per comprendere le potenzialità del card sorting e per scegliere la variante più adatta a seconda degli obiettivi progettuali, del contesto e delle risorse disponibili. La sua analisi approfondita dimostra come questa tecnica possa diventare uno strumento chiave per progettare esperienze informative più efficaci e centrate sugli utenti.