Il Conversation Design non è semplicemente la creazione di dialoghi, è un’immersione profonda nell’esperienza utente. Si tratta di un ponte tra l’intelligenza artificiale e la comprensione umana, un delicato equilibrio tra tecnologia e psicologia della comunicazione. Quando progettiamo conversazioni, non stiamo solo strutturando scambi di messaggi, stiamo creando esperienze, guidando interazioni, e, in ultima analisi, stiamo costruendo relazioni tra brand e utenti.
Per chi progetta chatbot, il Conversation Design è il cuore pulsante che alimenta l’efficacia comunicativa della tecnologia. Un chatbot ben progettato non si limita a rispondere alle domande o a eseguire comandi; esso comprende, assiste e guida l’utente attraverso un percorso conversazionale fluido e intuitivo, anticipando esigenze e superando aspettative.
In questo viaggio attraverso il Conversation Design, esploreremo insieme le sue fondamenta, le migliori pratiche e gli strumenti essenziali per creare esperienze conversazionali che non solo soddisfino, ma delizino i vostri utenti. Scopriremo come la progettazione attenta del dialogo possa trasformare un semplice scambio di messaggi in un’interazione significativa, creando un legame duraturo tra il vostro brand e il vostro pubblico.
Preparatevi a immergervi nel mondo delle conversazioni digitali, dove ogni messaggio è un passo verso la creazione di relazioni autentiche e durature con i vostri utenti. Che la conversazione abbia inizio!
Conversation Design? Da dove cominciare
Immaginate un futuro dove umani e intelligenza artificiale non solo coesistono ma collaborano, un mondo dove le conversazioni tra noi e le macchine sono tanto naturali e scorrevoli quanto quelle con i nostri amici. Questo scenario, apparentemente fantastico, è dove il cuore pulsante del Conversation Design inizia a battere con forza.
I designer della conversazione non sono semplicemente copywriter; sono gli architetti di ponti comunicativi tra noi e il mondo digitale. Loro tessono dialoghi che rendono i chatbot e gli assistenti vocali non solo strumenti utili, ma compagni comunicativi, naturali e persuasivi. La loro arte non solo facilita la comunicazione ma costruisce un delicato tessuto di fiducia tra esseri umani e tecnologia, assicurando che le potenzialità dell’intelligenza artificiale conversazionale non siano solo realizzate, ma pienamente sfruttate e apprezzate.
In un panorama tecnologico in continua evoluzione, dove ogni nuovo giorno porta con sé innovazioni e scoperte, il ruolo del designer di conversazione emerge non solo come professione del presente, ma come una carriera essenziale per il futuro. Ed è proprio in questo contesto che nasce il corso di progettazione chatbot e interfacce conversazionali.
Un luogo dove la formazione dei designer della conversazione vanno oltre la teoria, abbracciando una missione: permettere a ciascuno di noi di sperimentare interazioni con chatbot e assistenti vocali che siano autentiche, utili e, soprattutto, umane.
Quindi, avventuriamoci insieme in questo affascinante percorso, esplorando e discutendo gli elementi chiave e le considerazioni essenziali per iniziare il viaggio nel mondo del Conversation Design. Perché, quando umani e macchine dialogano armoniosamente, le possibilità sono infinite.
Allaccia le cinture!
- Comprendere l’equilibrio tra tecnologia, psicologia e linguaggio
- Avere un processo di progettazione della conversazione incentrato sull’uomo
- Mantieni le cose semplici con i casi limite
Il resto, in pratica, lo vivrai durante il corso.
Comprendere l’equilibrio tra tecnologia, psicologia e linguaggio
I Conversation Designer comprendono l’equilibrio tra tecnologia, psicologia e linguaggio.
Navigare nel vasto oceano della comunicazione tra esseri umani e robot è un’avventura che ci immerge in due universi apparentemente distanti. Da un lato, abbiamo il robot, governato da un cervello artificiale, e dall’altro, l’essere umano, con un cervello che pulsa di emozioni e pensieri complessi. Sebbene divergenti, entrambi i “cervelli” possiedono un potenziale unico e straordinario, con capacità e limitazioni che, se comprese e rispettate, possono fondersi in un’armonia comunicativa senza precedenti.
Nel mondo dell’UX Design, il nostro compito è di costruire ponti solidi e intuitivi tra questi due universi. Il cervello artificiale si nutre di dati strutturati: intenti, variabili ed entità sono il suo pane quotidiano. D’altro canto, il cervello umano desidera connessioni empatiche, cercando una guida, incoraggiamento e comprensione lungo il percorso. La lingua, in tutte le sue sfumature e complessità, diventa il mezzo attraverso il quale entrambi possono esprimere le loro potenzialità al massimo.
In quanto UX designer, il nostro viaggio ci porta a navigare tra le acque della tecnologia, della psicologia e del linguaggio, con l’obiettivo di creare esperienze utente che non solo soddisfino, ma incantino e sorprendano. Comprendere la tecnologia ci permette di sfruttare appieno le capacità delle interfacce conversazionali, mentre immergerci nella psicologia e nel linguaggio ci consente di progettare esperienze che risuonino autenticamente con gli utenti umani.
Il nostro obiettivo finale? Creare esperienze che uniscano armoniosamente il mondo della tecnologia e quello umano, permettendo una comunicazione che fluisca liberamente e naturalmente tra i due. In questo modo, l’UX Design diventa non solo una pratica ma un’arte, quella di unire mondi, linguaggi e esperienze in un dialogo coeso e affascinante.
Progettazione della conversazione incentrato sull’uomo
Architettare dialoghi significa costruire conversazioni dove l’umano è il pilastro fondamentale del nostro lavoro.
Immaginate un edificio. La sua struttura, le fondamenta, e ogni singolo mattone sono meticolosamente posizionati per creare non solo una costruzione, ma un’esperienza per chi lo abita.
Nell’architettura dell’informazione, progettiamo con una filosofia simile, ma il nostro edificio è digitale, fatto di conversazioni, e il nostro obiettivo è costruire dialoghi in cui ogni parola, ogni risposta, è un mattone posizionato con cura, con l’essere umano al centro della costruzione.
La centralità umana è più di un concetto. Per me e per chi come me lavora da architetto dell’informazione conversazionale è un imperativo nella creazione di esperienze conversazionali. Mentre molti bot sono forgiati nelle mani di ingegneri brillanti, a volte, la delicatezza delle interazioni umane può sfuggire alle maglie della logica tecnica, rendendo l’esperienza fredda, distante, e talvolta, frustrante per l’utente. L’empatia, quel sottile filo che ci connette a un’esperienza, spesso viene trascurata, lasciando l’utente a navigare in un mare di confusione e di indifferenza digitale.
Da architetti dell’informazione
In quanto architetti dell’informazione, il nostro compito è costruire ponti solidi tra la logica della macchina e l’emozione umana. Desideriamo immergerci profondamente nelle acque delle ansie, delle motivazioni e dei contesti degli utenti, non solo per comprenderli ma per farli sentire visti e valorizzati. Quando un utente si sente compreso, nasce la fiducia, e con essa, la volontà di seguire il percorso che abbiamo progettato per loro, aumentando così la probabilità di completamento e dunque un’esperienza positiva.
Il breve ma intenso corso di progettazione chatbot non solo incoraggia ma insiste sulla centralità umana. Attraverso passaggi strutturati e metodologie condivise, il tuo bot è destinato a diventare non solo un interlocutore competente ma un compagno di conversazione empatico e coinvolgente, umano, autentico e memorabile. Un design incentrato sull’uomo che rende i chatbot e gli assistenti vocali più utili, naturali e persuasivi.
L’arte del design della conversazione
Adesso esploriamo il mondo del design conversazionale attraverso gli occhi di un esperto del settore, eplorando le sfide, le strategie e le future aspirazioni che definiscono questo campo in evoluzione. Parliamo dell’arte del design della conversazione con Jon Bloom che offre un prezioso sguardo dietro le quinte del lavoro. Lavoro che va nel creare conversazioni con le macchine non solo funzionali ma anche autenticamente umane, e ci da un assaggio delle innovazioni e delle evoluzioni che potremmo aspettarci nel futuro delle interfacce conversazionali.
Conversazioni con la tecnologia: un viaggio nel cuore del Design Conversazionale con Jon Bloom
Nel mondo intricato e affascinante delle conversazioni tra umani e macchine, esplorare le profondità delle interazioni linguistiche e il modo in cui le tecnologie possono imitare, e forse un giorno eguagliare, la fluidità delle conversazioni umane, è un viaggio che Jon Bloom, esperto designer di conversazioni presso Google, percorre con passione e curiosità.
Le conversazioni umane sono un balletto di parole, gesti, espressioni facciali e pause, un’arte che va ben oltre la semplice scambio di parole.
“Quando tu o io abbiamo conversazioni con le persone, le interazioni non consistono solo di parole. Alziamo le spalle, indichiamo, roteiamo gli occhi”, sottolinea Bloom.
E mentre ci avviciniamo a un futuro dove le tecnologie avanzate offrono una comunicazione sempre più naturale con le macchine, la questione centrale rimane: come possiamo rendere le conversazioni con gli assistenti digitali altrettanto dinamiche e umane?
La sfida dell’invisibilità nelle conversazioni
Bloom, con i suoi 20 anni di esperienza nel settore, ci guida attraverso la complessità del design della conversazione, sottolineando che, sebbene tutti noi siamo esperti nel condurre conversazioni, le sottigliezze di questo processo sono spesso invisibili.
Ad esempio, la pausa media tra i turni di conversazione è di circa 200 millisecondi, e variazioni anche minime in quella pausa possono comunicare una miriade di emozioni e intenzioni.
Il lavoro di un designer di conversazioni, quindi, è di svelare queste sottigliezze invisibili e di comprendere come applicarle nel contesto delle interazioni con la tecnologia.
“So andare in bicicletta, ma non chiedermi come faccio! È compito del designer della conversazione capire come”, afferma Bloom.
L’evoluzione delle interfacce conversazionali
Riflettendo sui cambiamenti più significativi nel campo delle interfacce conversazionali durante la sua carriera, Bloom evidenzia due momenti cruciali: l’adozione della prima persona da parte delle macchine e la capacità di gestire risposte a domande aperte, permettendo agli utenti di raggiungere la loro destinazione con una singola risposta e creando un percorso per l’assistente digitale di oggi.
Progettare per il Futuro
Bloom ci lascia con una riflessione sulla sfida attuale e futura del design conversazionale: colmare la disconnessione tra il modo in cui le persone parlano tra loro e il modo in cui interagiscono con gli assistenti digitali.
Identificare e affrontare queste differenze, pezzo per pezzo, è ciò che rende il suo lavoro non solo stimolante ma anche fondamentale per il futuro delle interazioni umano-macchina.
Guardando al futuro: integrazione e dinamismo nelle conversazioni con le macchine
Guardando al futuro, Bloom esprime dunque entusiasmo per l’integrazione di tecnologie esistenti e nuove modalità nelle conversazioni con le macchine, permettendo interazioni che sono più ricche, più dinamiche e più simili a quelle che sperimentiamo con altri esseri umani.
L’obiettivo è creare assistenti digitali che possano comprendere e rispondere a una gamma di segnali e modalità comunicative, offrendo agli utenti la flessibilità di comunicare in modo naturale e intuitivo.
Conversation designer: un’opportunità professionale in crescita
A chi si rivolge il corso formativo in progettazione chatbot e interfacce conversazionali?
A tutte le persone che non sono tecniche.
Assistenti vocali e chatbot sono accessibili anche ai non esperti tecnologici. L’intelligenza artificiale riguarda tutti.
Il profilo ideale per questa professione dovrebbe avere competenze di marketing e capacità di scrittura, come sceneggiatori, autori, scrittori.
È rivolto ai giovani, ma anche a chi intende dare un’impronta nuova al proprio percorso professionale. Al momento chi ha seguito il mio corso sono state persone desiderose di un’ulteriore specializzazione.
Quali opportunità occupazionali può offrire la professione di conversation designer?
Molte, direi, se si ha voglia di mettersi in gioco anche all’estero. Dietro ogni assistente virtuale c’è il lavoro di un team di persone nel quale il conversation designer ha un ruolo fondamentale perché dà vita e voce ai chatbot.
E se si mette in conto il fatto di dover vivere come dei pionieri, si comprende come crescerà e verrà ricercata questa figura professionale.
Conversation analysis and conversation design
Estraiamo poi alcune osservazioni da quanto scritto da Elizabeth Stokoe,Saul Albert, Sophie Parslow, and Cathy Pearl che mettono in luce il complesso mondo del Conversational Design, come un’esplorazione tra Umano e Macchina.
La conversazione, definita come il “sito primordiale della socialità umana”, è essenziale in ogni aspetto della nostra vita, influenzando le relazioni, le transazioni e le emozioni. Ma come si traduce questa complessità nel mondo digitale dei chatbot e delle interfacce utente conversazionali (CUI)?
Analisi della conversazione
L’analisi della conversazione, che ha esplorato la strutturata natura delle conversazioni umane per oltre 50 anni, ha rivelato che la conversazione è un fenomeno sistematico e ordinato, con una “macchina centrale” universale attraverso le lingue.
Design della conversazione e tecnologia
Il design della conversazione si è evoluto come un campo cruciale nell’era dei chatbot e degli assistenti virtuali, cercando di emulare le conversazioni umane per facilitare l’interazione tra uomo e macchina. Tuttavia, la discrepanza tra le aspettative degli utenti e le prestazioni effettive dei sistemi conversazionali rimane una sfida significativa.
Sfide nel collegare analisi e design della conversazione
Nonostante l’apparente sinergia tra analisi della conversazione e design della conversazione, la collaborazione tra questi due domini è stata limitata. Approcci come l’uso della “implicatura conversazionale” di Paul Grice hanno avuto un impatto, ma presentano anche limitazioni nel catturare la natura aperta e dinamica delle conversazioni reali.
Verso il futuro del Design della conversazione
Ottenere i fondamentali giusti nel design della conversazione è essenziale per sviluppare interazioni più naturali e coerenti tra umani e tecnologia. Esplorare e implementare principi chiave dall’analisi della conversazione potrebbe essere il passo successivo cruciale per il futuro del design della conversazione.
Mentre navighiamo attraverso le sfide e le opportunità nel campo del conversational design, l’incorporazione di principi solidi dall’analisi della conversazione e l’adattamento alle esigenze mutevoli degli utenti saranno essenziali. La strada verso conversazioni fluide e significative con la tecnologia potrebbe non essere lineare, ma con ricerca e sviluppo continui, siamo sulla giusta via per creare interazioni uomo-macchina sempre più naturali e intuitive.
Il Design al servizio delle persone: un’arte sottile nel Conversational Design
Il così detto “Recipient Design” rappresenta un concetto fondamentale nell’analisi della conversazione, riferendosi alle strategie comunicative che le persone adottano per adattare il proprio discorso, mostrando sensibilità e orientamento verso il loro interlocutore. Ma come si traduce questa pratica nell’ambito del conversational design e delle interfacce utente conversazionali (CUI)?
Ci sono tecniche e approcci che implicano la personalizzazione del discorso, considerando ciò che il destinatario sa e come potrebbe interpretare le informazioni.
La creazione di “personas” aiutano, per esempio, i progettisti a focalizzare le scelte linguistiche su un destinatario probabile. Anche se, come vedremo durante il corso, si preferisca essere flessibili per evitare stereotipati o monotonie.
Sfide e considerazioni pratiche
Mentre le “personas” possono fornire una guida, dunque, la loro natura statica può limitare la dinamicità e l’adattabilità del conversational design. Inoltre, la coerenza nel tono di voce delle CUI, come Siri di Apple, può limitare la capacità di adattarsi alle variazioni sottili e alle preferenze individuali degli utenti.
L’analisi di diversi esempi di conversazioni, come quelle tra operatori di tele servizi e clienti, evidenzia l’importanza e la pervasività del design. La modulazione delle richieste e delle domande in base al contesto e alle percezioni del destinatario può influenzare significativamente l’efficacia della comunicazione.
Mentre ci sforziamo di creare interfacce conversazionali sempre più intuitive e coinvolgenti, l’integrazione di un design del destinatario dinamico e adattabile sarà fondamentale per garantire che la tecnologia parli “con” noi, piuttosto che “a” noi.
Navigare nella magia delle conversazioni collaborative nel Design Conversazionale
Le conversazioni collaborative, o “turni composti”, rappresentano un fenomeno affascinante nel quale due o più interlocutori creano congiuntamente un’unità sintattica attraverso turni di conversazione distinti. Questa pratica, apparentemente semplice, nasconde una complessità e una profondità che possono essere esplorate e integrate nel design delle interfacce utente conversazionali (CUI) per rendere le interazioni più umane e coinvolgenti.
Il fascino dei turni composti
I turni composti, dove le frasi vengono costruite collaborativamente tra gli interlocutori, sembrano riflettere una sorta di intuizione o “lettura della mente”. Questa pratica, spesso vista come un segno di intimità nelle relazioni personali, può anche emergere nei contesti organizzativi e commerciali, dimostrando una comprensione e una familiarità con le strutture conversazionali.
Design del destinatario e turni composti
La combinazione di varie tecniche può produrre interazioni affascinanti e fluidamente collaborative. Ad esempio, in una chiamata di vendita, un venditore potrebbe iniziare con una domanda o un’affermazione che il cliente completa, dimostrando una comprensione condivisa e una cooperazione nella conversazione.
Tuttavia, una disamina più profonda delle conversazioni collaborative rivela anche delle sfumature sociali e culturali. Ad esempio, la ricerca ha mostrato che i turni composti, specialmente quelli che implicano l’uso di titoli o forme di indirizzo, possono essere influenzati da fattori come il genere e le norme sociali, evidenziando come le minuzie conversazionali creino attivamente un contesto sociale specifico.
Implicazioni per il Conversational Design
Mentre le tecnologie di elaborazione del linguaggio naturale continuano a evolversi, l’integrazione di sequenze di conversazione collaborative e attente al contesto sociale rappresenta una sfida intrigante. La questione diventa: come possiamo incorporare queste sottigliezze e complessità nel design delle CUI in modo etico e autentico?
Le conversazioni collaborative offrono uno sguardo affascinante su come le interazioni umane si svolgono in modo fluido e intuitivo. Mentre esploriamo come integrare queste pratiche nel conversational design, ci troviamo di fronte a sfide e opportunità per creare CUI che non solo comunicano, ma collaborano e co-creano significato con gli utenti in modo socialmente consapevole e rispettoso.
Sfruttare le routine conversazionali per creare esperienze straordinarie
Ossia navigare tra il Mondano e lo Straordinario: la potenza delle Routine Conversazionali.
La conversazione, spesso, è vista come un’attività quotidiana e mondana. In realtà, nasconde una complessità e una profondità che possono essere sfruttate per creare esperienze comunicative straordinarie. Gli analisti della conversazione, pur esplorando il quotidiano, rivelano come le routine conversazionali possano essere intenzionalmente progettate per comunicare messaggi cruciali e urgenti in situazioni di emergenza.
Oltre il mondano
Nonostante le routine conversazionali, come i saluti e le domande sullo stato d’animo, possano sembrare banali e automatiche, la loro manipolazione o omissione può trasmettere messaggi potenti e urgenti. L’arte di saltare o alterare queste routine può segnalare anomalie o emergenze, trasformando il comune in eccezionale.
Comunicare in codice
Esaminando le chiamate di emergenza, vediamo come le persone che chiamano, utilizzino le norme conversazionali per comunicare situazioni di pericolo. Ad esempio, ordinare una pizza durante una chiamata al numero di emergenza può sembrare fuori luogo. Ma diventa un segnale codificato di bisogno quando il contesto e le sottigliezze della conversazione vengono considerati.
Contest is the king
Il contesto non è solo una variabile informativa, ma qualcosa che viene costruito attivamente e progressivamente durante la conversazione.
Non è il contesto predefinito, ma piuttosto l’interazione passo dopo passo, che determina il significato e l’urgenza della comunicazione. Le sfumature come la progettazione del destinatario e i turni composti giocano un ruolo cruciale nel costruire questo contesto.
Le sfide dei CUI
I CUI (Conversational User Interfaces) attuali, come Google Assistant o Alexa, sono ancora lontani dal poter navigare attraverso le complessità e le sottigliezze delle conversazioni umane in modo efficace. La loro capacità di interpretare e rispondere a situazioni non letterali o a comunicazioni codificate è limitata. Evidenziando una chiara distinzione tra l’interazione umana e quella della macchina.
Le conversazioni quotidiane, con le loro routine e rituali, offrono un terreno fertile per esplorare e comprendere come le persone comunicano in modo efficace, specialmente in situazioni critiche. Mentre ci avviciniamo a sviluppare CUI più avanzati, la comprensione e l’integrazione di queste sottigliezze conversazionali diventano essenziali per creare esperienze comunicative autentiche e di supporto.
Mirare alle stelle della conversazione con IA e Design
In questo articolo, abbiamo navigato attraverso le profondità delle conversazioni umane. Abbiamo esplorato come le interazioni quotidiane, benché complesse, possano illuminare il cammino per sviluppare CUI (Conversational User Interfaces) più avanzate e coerenti. La nostra esplorazione ci ha portato a riflettere criticamente su come le assunzioni griceane e il design del destinatario siano utilizzati. E abbiamo osservato come potrebbero essere adottati più radicalmente e efficacemente nel design della conversazione.
Abbiamo visto alcuni strumenti che modellano i contesti sociali attraverso le sfumature del discorso, sottolineando l’importanza di comprendere come il contesto sia attivamente e dinamicamente costruito durante la conversazione. Le persone navigano, comprendono e, se necessario, correggono la conversazione per mantenere un flusso e una comprensione condivisa.
La sfida, quindi, per i futuri sviluppatori di CUI e IA conversazionale, è di andare oltre il semplice scambio di informazioni e di comprendere. E dunque replicare, le azioni e le intenzioni intrinseche che si svolgono in ogni conversazione umana. La strada da percorrere implica di mirare non solo a ciò che viene detto esplicitamente. Ma anche a come, quando e perché viene detto, integrando l’elaborazione del linguaggio naturale con un’attenta considerazione delle azioni naturali e delle dinamiche conversazionali.
In ultima analisi, il nostro “tiro alla luna” conversazionale potrebbe essere più accessibile focalizzando le priorità di progettazione su ciò che effettivamente accade durante le conversazioni umane. Non dobbiamo limitarci a scambiare informazioni attraverso di esse. La chiave potrebbe risiedere nell’abbracciare e integrare le sottigliezze e le complessità delle nostre interazioni quotidiane nel design e nello sviluppo delle future tecnologie conversazionali.
Cosa fa un Conversational Designer?
Qui di seguito trovi cosa fa un conversational designer e quali sono le responsabilità e le capacità richieste da una azienda che sviluppa assistenza vocale.
Le responsabilità di un conversational designer
- Progetta script di conversazione, risposte bot e percorso dell’utente per creare chatbot rivolti ai consumatori con personalità, carattere e interazioni dell’utente umano.
- Responsabile della progettazione e del test di conversazioni chat, flussi e percorsi degli utenti basati su diversi bot.
- Pensiero creativo del percorso di conversazione dell’utente con un bot.
- Pensare a diversi modi in cui un utente può parlare con un • agente umano o bot.
- Collegamento tra il team di consegna al fine di garantire la consegna di conversazioni intelligenti e intuitive per facilitare la comprensione del cliente.
- Sviluppa modelli, flussi, annotazioni e altri elementi relativi alla prototipazione creativa.
- Opera con una mentalità “principale al cliente” e progetta esperienze incentrate sul cliente end-to-end per risolvere le richieste tramite più canali e punti di contatto.
Esperienza richiesta
- Eccellenti capacità di comunicazione e scrittura.
- Eccezionali capacità di pensiero creativo, scrittura e costruzione della persona.
- Esperienza di 2+ anni in analisi linguistica, progettazione di conversazioni, editing di testi o ruolo simile preferito, in ruoli di sviluppo di contenuti.
- Pensatore innovativo con la capacità di elaborare soluzioni creative.
- Giocatore di squadra con eccellenti capacità interpersonali e capacità di influenzare, collaborare e comunicare con risorse interne e fornitori esterni.
Abilità che si apprezzano in un conversational designer
- Familiarità con chatbot, dispositivi abilitati alla voce o altri canali di conversazione.
- Capacità di comprendere e scrivere JavaScript.
- Familiarità con canali social come Slack, FB, Twitter, Skype, MS Teams ecc.
- Storyteller e mentalità editoriale con la capacità di prevedere le preferenze del pubblico.
Titoli di studio
- Laurea Magistrale in Letteratura/Laurea o Master in Comunicazione di massa
Invito alla Riflessione
Unisciti a noi in questo viaggio esplorativo, mentre continuiamo a sondare le profondità delle conversazioni e a cercare modi per integrare queste intuizioni nel futuro della tecnologia conversazionale. La tua voce e le tue riflessioni sono vitali mentre miriamo insieme alle stelle della conversazione autentica e significativa.
Esplora con noi il futuro del conversational design e scopri come le prossime tendenze e innovazioni stanno plasmando il nostro modo di interagire con la tecnologia.
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La UXUniversity propone un corso online di 2 mezze giornate dove io sono il docente. Approfondiremo questi temi e li metteremo in pratica.