Contesti, relazioni, sonorità sono tre parole che, come sapete, costituiscono il sottotitolo del blog.

Ne ho parlato per festeggiare uno dei primi anniversari del blog.

E rileggendo quanto ho scritto mi sa che ritornerò su queste tre parole ogni anno, di questi tempi, per mettere un punto. E rendermi conto se la direzione del blog sia corretta oppure no.

Contesti

Sul gruppo pubblico di Facebook Usabilità e Architettura dell’informazione, Stefano Bussolon fa una domanda delle sue. Di quelle che lui definisce semplici semplici ma che portano con se una complessità non da poco.

Stefano si chiede:

Che cos’è, secondo voi, l’informazione dell’architettura dell’informazione?

E tra Valentina Pilot, che accetta la sfida, e Stefano Bussolon si crea un breve dialogo.

Valentina Pilot: Ci provo… L’informazione è contesto e contenuto. L’architettura ne stabilisce le relazioni.
Stefano Bussolon: e può esserci informazione senza “architettura”?
Valentina Pilot: Mi sento di dire di no. Tuttavia può esserci una pessima “architettura” incapace di valorizzare l’informazione.

Un’altra risposta

Un’altra risposta che arriva a Stefano è di Nino Lopez che dice

L’informazione esiste a prescindere dall’architettura, è il contenuto, il cosa.
L’architettura è il come. Questo passaggio è determinante, e consente di affermare che l’architettura è l’informazione!

Stefano Bussolon – ma se l’architettura è l’informazione, l’informazione non può prescindere dall’architettura. O ho capito male io?
Nino Lopez – L’architettura chiama in causa il livello della fruizione, dell’accesso. Sì, è necessaria.
Stefano Bussolon -ma dunque l’informazione cos’è?
Nino Lopez – Il contenuto. L’architettura lo ridefinisce.
Non risponderò ad altre domande.

Stefano conclude

dunque l’informazione è l’atomo, l’architettura la struttura degli atomi

Con o senza punto interrogativo non si sa.

Aggiornamento… qualche minuto dopo

Nino Lopez mi segnala

Non vale, hai ripreso tutti i commenti togliendoli dal contesto, senza le emoticon 🙂 il mio non risponderò ad altre domande cambia senso.

Rispondo: come volevasi dimostrare. Già il semplice cambio di architettura e di contesto, pur facendo copia e incolla cambia il senso. L’eliminazione di un contenuto (l’emoticon) cambia il senso. Ogni elemento ha un senso.

Informazione dell’architettura dell’informazione

Per rispondere a Stefano, secondo me, l’informazione è comunicazione strutturata e contestualizzata.

Dove per comunicazione si intende l’atto di emettere un messaggio finalizzato ad un obbiettivo. L’architettura dell’informazione crea il contesto, definisce e determina lo spazio all’interno del quale vive l’informazione in relazione a chi fruisce dell’informazione.

Ancora più esplicito. L’architettura dell’informazione, crea, studia e sviluppa la relazione tra contenuto e spazio in cui l’informazione viene emessa, e in relazione a chi riceve il messaggio. In questo modo rende chiaro e inequivocabile il messaggio. Maria Cristina Lavazza direbbe crea senso. L’informazione dell’architettura dell’informazione è la comunicazione strutturata della disciplina che vogliamo comunicare in un determinato contesto ad un determinato pubblico.

Esiste informazione senza architettura? No. Nel senso che una architettura che tiene in piedi l’informazione c’è sempre. Ma ci può essere, ed è quello che è avvenuto in passato e oggi meno spesso, che ci sia architettura senza architetto dell’informazione. Cioè senza la persona che abbia, studiato, progettato e definito il contesto e l’insieme delle relazioni da definire.

Dunque quando Stefano Bussolon dice o chiede

l’informazione è l’atomo, l’architettura la struttura degli atomi

la risposta secondo me è negativa. Il contenuto comunicato è l’atomo. L’architettura la struttura degli atomi, e dunque l’informazione è la molecola che vediamo.

In altre parole l’atomo è il contenuto, il comunicato. La comunicazione dentro la struttura diventa informazione.

Una struttura è capace di modificare l’informazione così come ben spiegato in Jeorge Arango e l’architettura dell’informazione.

Una struttura da significato all’informazione, migliora o peggiora l’esperienza di chi fruisce dell’informazione. E ne può, in parte, indirizzare il pensiero. E per questo motivo è così importante.

Un altro punto di vista

Un altro punto di vista, almeno perché penso che mi tocchi da vicino, è che l’informazione dell’architettura dell’informazione potrebbe anche essere la capacità di divulgazione della disciplina. La capacità di far comprendere agli altri cosa sia questa benedetta architettura dell’informazione. In questo, penso, che noi architetti dell’informazione dobbiamo migliorare o certamente intensificare gli sforzi.

L’anno scorso scrivevo.

Non esiste un unico contesto. I contesti sono tanti. Ciascuno di noi vive in un contesto diverso. Ciascun contesto è complesso. L’architettura dell’informazione crea contesti.

L’impegno nella costruzione di senso e di contesti coerenti, da parte mia, è e sarà costante. Tenendo presente che poi esistono nella realtà contesti dove regna l’analfabetismo digitale e l’analfabetismo di ritorno molto grave.

Relazioni

L’architettura c’è sempre. L’architettura, in senso letterale, stabilisce e mette in relazioni contesti, contenuti e pubblici. Sarebbe bello poter rendere visibile l’architettura ma poi nella pratica non solo l’architettura dell’informazione è invisibile. Ma ancora oggi, è spesso minoritaria, messa all’angolo delle aziende e non riesce ad espletare il proprio ruolo di relazione.

Ruolo degli architetti dell’informazione di oggi è quello di rendere chiare le relazioni. Far capire che essere presenti in un mondo senza relazioni equivale a non esistere. Avere in mano la conoscenza dell’universo, senza una relazione, non serve a nulla.

Oggi, grazie ad internet, chiunque può venire a contatto con milioni di informazioni e conoscenze. Se facessimo un paragone tra un filosofo dell’antichità e un qualunque studente del liceo, certamente un liceale possiede milioni di informazioni in più rispetto al filosofo.

Eppure lo studente non sarà un filosofo e il filosofo, invece, pur avendo meno informazioni resta un esempio da studiare. Perché accade questo? Perché nonostante l’enorme quantità di conoscenze e informazioni che maneggiamo, lo studente e noi tutti, non riusciamo a mettere in relazione tutte le informazioni che assorbiamo.

I filosofi dell’antichità, pur avendo infinitesimali conoscenze in meno, rispetto a noi, restano filosofi. Perché loro sapevano mettere in relazioni tutte le loro conoscenze e le informazioni di cui disponevano. Loro hanno creato, a loro tempo, il contesto su cui poggiare un pensiero, un mondo diverso, un’Utopia.

Noi oggi abbiamo perso questa competenza, tanto che le facoltà di filosofia sono ridotte al lumicino. Noi, comuni mortali, non sempre riusciamo a comprendere le relazioni tra cose e persone. Non è solo colpa nostra. La complessità del mondo contemporaneo è notevole e dirimere la matassa non è facile.

L’architettura dell’informazione si sforza di circoscrivere questa complessità. Cerca di farlo in modo strutturale, tenta di ridurre il disordine e rendere esplicite le relazioni.

Un sito con un’ottima architettura dell’informazione non vi renderà filosofi, ma renderà semplice la comprensione dei contenuti che state utilizzando e il contesto che state osservando, in un determinato tempo e luogo.

Sonorità

Sempre un anno fa scrivevo

Viviamo in un mondo rumoroso. I rumori di fondo sono tanti. I rumori ci confondono. L’inquinamento acustico è un problema, paradossalmente, inascoltato. Il mondo produce rumori quanto produce spazzatura.

Abbiamo bisogno di silenzio. Il silenzio è ciò che ci fa comprendere i suoni.

Abbiamo bisogno di silenzio. Il silenzio permette di staccare e di riposare.

E restano frasi ancora valide. Il silenzio tarda ad arrivare. Anzi, alle parole si sono aggiunti i botti.

Peter Morville ha confermato il bisogno di architetti dell’informazione per gestire l’architettura dell’informazione conversazionale. La diffusione degli smart speaker sarà ampia.

Ci avviamo verso una nuova era orale, che non sarà totalizzante. Il prossimo passo, come spiegavo riguardo la ricerca vocale sarà che la storia orale del futuro riguarderà la nostra intimità. Parleremo con i nostri smart speaker in contesti intimi, personali e unici.

Forse anche irripetibili. Questa massa di oralità però, almeno all’inizio, non sarà a disposizione di tutti, ma solo dei produttori di assistenza vocale. E non è detto che studiosi e studenti ne possano studiare l’evoluzione dato che dopo la nostra emissione diventano dati privati.

Contesti, relazioni, sonorità

Ammetto che c’è l’imbarazzo della scelta. Da un anno a questa parte gli argomenti da affrontare si sono moltiplicati. C’è la voglia di occuparsi di tutto e di dare ai lettori una conoscenza ampia di quanto accade nel mondo delle sonorità. La voglia di coprire buchi, assenze sul web, è davvero tanta. Nello stesso tempo ci si vede sorpassare da altri studiosi, alcuni meritatamente più svelti, altri più arrivisti.

Personalmente rispetto i miei tempi e sono fiducioso che le mie competenze saranno ripagate. Quello che sicuramente mi farebbe piacere sarebbe di intraprendere altre relazioni, condividere dialoghi, esperienze e studio. Dove possibile. Mi piacerebbe sentirvi, ascoltarvi. Sto pensando ad alcuni contenuti più specifici e praticabili. Servizi per i lettori. Ma non è facile quanto a dirsi.

Io ci provo. Se i lettori resteranno al mio fianco a sostenermi sono certo che l’anno a venire sarà un anno da ricordare!

Sostenetemi

Condividere gli articoli del blog sui vostri social preferiti è il primo sostegno. Costa poco e per quel che dico non dovrebbe mettervi troppo in imbarazzo. Questo servirebbe a far crescere i lettori di architettura dell’informazione sonora. Far conoscere me, il blog e la disciplina. A chi già condivide, va la mia gratitudine. Con i lettori aumenta la probabilità di consulenze che non finanziano direttamente il blog ma ne garantiscono sicuramente la continuità nel tempo.

Per chi può e vuole farmi un regalo, invece, può dare un’occhiata alla mia lista dei desideri che ho su Amazon. Piccoli desideri per la campagna e alcuni motivi di studio. Ovviamente potete andare oltre e dare sfogo alla vostra creatività per un sostegno concreto.

Per il resto sono in corso d’opera altre iniziative. Si tratta di corsi, eventi e servizi che mi permetteranno di portare avanti la ricerca di questo blog. Se i miei sforzi saranno premiati, l’obiettivo è quello di poter lavorare attraverso il blog; iniziare qualche docenza formativa sul tema, partecipare a conferenze, vendere corsi e servizi utili per chi è interessato al tema dell’architettura dell’informazione in contesti sonori.

Nel frattempo continuerò a scrivere e proseguirò il viaggio nel mondo dell’audio, proponendo un web, un contesto, una informazione, a mia misura.

Buona vita a tutti! Viva!