Grazie alla mia presenza in Sicilia, i ragazzi che hanno organizzato il WIAD Palermo hanno deciso di invitarmi.

Toni Fontana Foto by Francesco Stagno D'Alcontres

Purtroppo non è stato possibile registrare gli interventi. Oggi ormai siamo abituati alla registrazione di tutto. E se non viene registrato qualcosa, questo qualcosa non è mai esistito.

Per recuperare questo vuoto di realtà, anche se in ritardo, ripropongo l’audio del mio intervento sul blog. Non saranno le stesse parole. Ma accontentatevi. Quando si è sul palco e in un determinato contesto, si risponde al pubblico, alle reazione degli spettatori. Chi parla in pubblico reagisce in maniera diversa rispetto alla registrazione in studio.

Quella che ascolterete è una sintesi. In pratica, si tratta di una delle prove che ho fatto qualche giorno prima per capire i tempi e su quali parti avrei voluto soffermarmi o cosa poter approfondire.

Abstract

Avevo già anticipato ai miei lettori il mio intervento. E lo ripropongo per quanti non hanno avuto modo di leggerlo.

Parto da una domanda. Cosa accade quando i nostri dispositivi sono troppo silenziosi? Farò ascoltare alcuni suoni. I suoni da cui deriviamo. E mostrerò alcuni esempi di dispositivi divenuti silenziosi. Sarà una brevissima storia del suono che arriverà alla progettazione di suoni per i dispositivi diventati, appunto, troppo (o del tutto) silenziosi.

Dalla progettazione dei suoni alla progettazione delle interfacce vocali il passo è breve. O quanto meno, in linea di principio, è breve. Nei fatti poi è molto complesso e le implicazioni sono molte. Però progettare suoni e voci segue la stessa logica. Avere risposte di senso da un dispositivo.

Parlare con le macchine è stato da sempre il sogno di ricercatori e pionieri della scienza. Tante sono le interfacce vocali presenti sul mercato. Quelle più conosciute sono Siri della Apple, Cortana di Microsoft e Alexa di Amazon. Ciascuna interfaccia ha una sua caratteristica. Ma è Alexa l’assistente vocale più interessante. Concluderò spiegando proprio questo, in relazione all’architettura dell’informazione.

In evoluzione

Questo intervento a meno di 4 mesi dalla presentazione è già in buona parte vecchio. Considerato che gli smart speaker di ultima generazione prevedono uno schermo, le considerazioni da fare sono diverse rispetto a qualche giorno fa.

Per cui mi toccherà essere invitato da qualche parte per poter presentare le novità a riguardo. Intanto, continuate a seguire il blog. Penso di essere abbastanza generoso nei miei articoli. E una idea sull’evoluzione di questo mondo sia abbastanza chiara per tutti i miei lettori.

Condivisione

Ho reso l’intervento “Dal suono come quarta dimensione dell’UX Design ad Alexa” disponibile in più canali. In modo da rendere l’intervento più fruibile ai lettori. E se qualcuno volesse condividerlo non avrebbe nessuna barriera.

Potete trovare le mute slide. Oppure potete ascoltare, scaricare e riascoltare il podcast. E se invece vi trovate davanti ad un PC magari preferite vedere il video delle mie slide e ascoltare la mia voce di sottofondo.

Slideshare

Le slide (mute) del mio intervento.

Soundcloud

L’audio delle mie prove editato e reso pubblico. E’ possibile ascoltare il podcast anche offline!

Youtube

Come ho avuto modo di dire in altre occasioni, uso il mio canale youtube come canale sonoro. Ultimamente ho aggiunto anche dei video personali. Ma fondamentalmente lo uso per fare la mia sperimentazione sonora. In questo caso ho unito l’audio alle mie slide.

 

Alcuni riferimenti

Di seguito alcuni link di riferimento che rimandano a precedenti articoli sul blog e sui link a cui rimando nella presentazione.

Il suono come quarta dimensione dell’user experience

Architettura dell’informazione conversazionale secondo Peter Morville

Abbiamo le dita grosse

Il sito sonoro della gatebox La wifu

Jorge Arango e l’architettura dell’informazione al Summit 2017 di Architecta

Architettura dell’Informazione Badaloni

Conclusioni

Toni Fontana Foto 03 by Francesco Stagno D'Alcontres

Se non ti va di ascoltare o vedere l’intervento, al di là di quello che è l’architettura dell’informazione, il messaggio principale che voglio trasmettere è quello di avere consapevolezza degli strumenti che usiamo. Questi strumenti saranno sempre più pervasivi, faranno parte della nostra quotidianità. Opporsi a questo futuro è possibile solo se si faranno scelte radicali e negando buona parte dell’evoluzione degli ultimi vent’anni.

Forse qualcuno prima o poi farà queste scelte. Nel frattempo è meglio che impariamo ad usare questi strumenti prima di essere usati. E dunque, non smetterò di ripetere, almeno ai lettori che mi seguono e condividono i miei valori… Consapevolezza!

P.s.

Un grazie particolare va a Francesco Stagno D’Alcontres che si trovava tra il pubblico ed ho conosciuto per la prima volta proprio al WIAD Palermo. Lo ringrazio per queste bellissime foto in bianco e nero.