L’abbanniata siciliana è il grido di richiamo che i venditori siciliani rivolgono ai loro clienti, sia che si trovino al mercato, in uno dei mercati storici della Sicilia, sia in mezzo le strade da parte di venditori ambulanti. Generalmente sono fruttivendoli, venditori di sale e di patate.
In estate il panorama si arricchisce con i venditori di cocco e pannocchie lungo le spiagge.
L’abbanniata richiama l’attenzione ai prodotti e ai prezzi presenti sul banco. Ma l’arte dell’abbanniata si allarga nell’attirare l’attenzione con grida di sorpresa, meraviglia, oppure anche di liti, per spingere i clienti se non ad acquistare, comunque ad avvicinarsi per vedere cosa sia accaduto.
La sicilia rumorosa
Daniela Gambino scrive un bell’articolo sull’abbanniata.
La Sicilia è rumorosa, ha dei suoni tutti suoi. Mentre camminate per le strade capiterà di trasalire per un’improvvisa abbanniata (uno strillo) di un venditore ambulante.
Se andate al mercato, un classico, il pescivendolo abbanierà il pesce, e i fruttivendoli, probabilmente, gli faranno il coro.
Bandire, dar pubblico avviso gridando o cantando, vendere all’incanto la mercanzia, imbonimento, è la traduzione che si può dare in italiano al vocabolo siciliano “abbanniata” o “vanniata”.
Una volta il venditore ambulante, che teneva la sua mercanzia in una cassettina messa a tracolla o su una bicicletta oppure su un carrettino spinto a mano o trainato dall’asinello, tramite “l’abbanniata” stimolava il compratore ad acquistare. C’era anche “l’abbanniatina di putia”, infatti, anche il bottegaio, messo davanti la sua “putia” (bottega) “abbanniava” la sua mercanzia.
A tale scopo, per meglio essere ascoltati, ma seguendo anche antiche tradizioni, spesso improvvisavano un canto. Ne ricordo uno cantato da un venditore di sale: “megghiu di l’ogghiu ci voli / e ci voli lu sali. / Sali haiu / iu vi vinnu lu sali”.
Questi canti spesso rassomigliavano allo stile di canto dei carrettieri, quindi erano di origine araba. Alcuni studiosi musicologi, infatti, hanno abbinato questo genere di canto di “abbanniata” fra quelli popolari.
“La robba abbanniata è mezza vinnuta”, “lu putiaru socc’avi abbannia” sono dei proverbi dei vecchi tempi, che si riferiscono a tale sistema di vendita. Tante volte, per dare più pubblicità alla mercanzia si mandava in giro per il paese lu tammurinaru, che col suo tamburo richiamava la gente, mentre lui abbanniava.
Grazie per questo scampolo di cultura colorata! 😀
Prego! Mi fa un immenso piacere sapere che ti sia piaciuto!