Cosa accadrà alla progettazione UX 2018? Cosa ci aspetta? Ad avere la volontà e il tempo di leggere i numerosi articoli di predizione del futuro queste sono le domande del popolo del web. Sulla scia degli astrologi, infatti, tra il mese di dicembre e il mese di gennaio, pare che i blogger di tutto il mondo si avviino al mestiere della prestidigitalizzazione (non è un refuso). Che sarebbe l’arte del tirare ad indovinare cosa accadrà nell’anno che sta per avvenire.
Qualcosa accadrà. Siatene consapevoli!
Chi più ne ha più ne metta. Tanto qualcosa accadrà; e se non accadrà articoli di questo genere vengono dimenticati presto. Perché si, anche ad andare a verificare, fra un anno, l’attendibilità di quanto detto, sarebbe qualcosa di molto costoso, almeno in termini di tempo.
Chi mi segue da più tempo sa che ho scritto pochi articoli riguardanti l’immediato. Io mi trovo meglio sui tempi lunghi, sulla raccolta di link e di opinioni. Non ho la fretta di dire la mia prima degli altri. Cerco di offrire ricerche e analisi ampie. Offrendo l’opportunità di consapevolezza ai miei lettori.
Nieman Lab propone 170 predizioni di giornalisti e broadcaster. Tutti profeti? Tutti indovini? Boh! Chi mai avrà la voglia e il tempo di leggere tutto?
Predizioni o tendenze?
Certo. È vero che, se una persona lavora in un certo ambito, può vedere, sentire, scorgere i sintomi di alcune tendenze. E ciascun professionista potrebbe dire la sua. Ma mi pare che questo tipo di predizioni sposti l’attenzione dalle persone ai profeti.
Per questo motivo preferisco le tendenze, come i trend dei business emergenti di Mary Meeker. Che, appunto, sono pubblicati a metà anno. Penso, infatti, che le tendenze mettono, o rimettono, al centro le persone. Le tendenze sottolineano quello che la gente e le persone stanno facendo. Ora, adesso. E dicono anche che non ripetono all’infinito quello stesso comportamento.
Ecco perché le architetture cambiano e si modificano nel tempo. Per dire.
Ciò che accadrà avviene solo per il normale evolversi delle cose.
Progettazione UX 2018
Una serie di previsioni sono state esposti dall’ Adobe Creative Cloud. E le espongo qui sul blog perché più che predizioni paiono essere delle linee guida, a cui poi in molti si sono rifatti, come me. L’Adobe è una azienda fortemente settorializzata. E tra i suoi obbiettivi mi pare ci sia la volontà di coniugare linee guida di produzione con bisogni e ricerche sulle persone.
Ecco di seguito alcuni punti.
Esperienze incentrate sul contenuto
Per garantire l’attenzione delle persone sul contenuto i siti web saranno sempre più minimalisti. Il contenuto sarà il re. Ma ancora più importante sarà la credibilità di quei contenuti.
Dal punto di vista pratico questo significherà una gerarchia visiva molto chiara. E nuove soluzioni per la pulizia, la chiarezza di interazione e il miglioramento della comprensione del contesto.
Avremo prima il contenuto e gli elementi visivi che trasmetteranno la loro funzione con forza. I titoli dei siti web saranno sempre più grandi. Ci sarà sempre più spazio bianco e il font avrà una sua rilevanza semantica. Il tutto con lo scopo di rendere i contenuti sempre più leggibili.
Design a risparmio di tempo
Un’ esperienza intuitiva, facile da fruire, fa risparmiare tempo.
Gli utenti vogliono che i prodotti che li aiutano a raggiungere il loro obiettivo il più velocemente possibile e che i progetti che fanno risparmiare tempo siano fondamentali per aiutarli. Il design a risparmio di tempo consente agli utenti di adottare un numero limitato di passaggi dal momento in cui installano un’applicazione / visitano un sito fino al momento in cui intraprendono un’azione. Questo design ha le seguenti caratteristiche:
Contesto
Navigazione e architettura dell’informazione sempre più forti sosterranno il contesto. Quindi grande attenzione sara riservata per le informazioni e le funzionalità più rilevanti in ogni fase del percorso seguito dalla gente che visita il sito.
È possibile creare una navigazione chiara utilizzando i modelli di navigazione più popolari insieme a una buona architettura delle informazioni.
Interfacce utente voce
In questa semplificazione saranno coinvolte le applicazioni e quindi le interfacce utente. E cosa c’è di più semplice delle interfacce vocali? Le interfacce utente vocali (VUI) diventeranno una buona alternativa alle interfacce grafiche (GUI).
Una percentuale significativa di giovani usa i comandi vocali per interagire con le interfacce.
Nel prossimo anno le interfacce vocali saranno utilizzate non solo nei dispositivi mobili, ma come mezzo di interazione con i sistemi IoT e Smart Home. Presto avremo modelli di riconoscimento vocale ancora più avanzati che miglioreranno le nostre interazioni con i sistemi.
Il design a risparmio di tempo è tutto incentrato sulla progettazione nell’interesse di risparmiare tempo.
Secondo Gartner, entro il 2018, il 30% delle nostre interazioni con la tecnologia avverrà attraverso conversazioni con sistemi basati sulla voce. Allo stesso tempo, i VUI continueranno a vivere insieme alle GUI nel 2018.
Personalizzazione più intelligente
Passeremo da esperienze standardizzate ad esperienze sempre più personalizzate. Esperienze su misura in cui la tecnologia si adatta alle persone. In questo ci aiuteranno ( o meglio aiuteranno le aziende che potranno permetterselo) la fruizione dei dati personali e i progressi dell’Intelligenza artificiale.
Le aziende continueranno a cercare nuovi modi per offrire un’esperienza di brand più personalizzata. Questo trasferirà la personalizzazione a un livello completamente nuovo.
Per capirci, siti ed applicazioni proporranno sempre con più precisione servizi e prodotti che interessano la nostra vita quotidiana. Al momento, esempi di questo tipo sono Amazon, Spotify e Netflix. Quello che oggi sono le correlazioni saranno sempre più pervasive e risponderanno sempre più ai nostri bisogni.
Progettazione Omnicanale
Il crescente numero di dispositivi connessi porterà il settore a creare esperienze digitali diverse. Sicuramente esperienze più dinamiche, continue, omnicanale.
Un progettista che desidera creare una esperienza omnicanale dovrebbe creare un flusso continuo per il viaggio dell’utente, consentendo agli utenti di passare agevolmente tra i dispositivi quando utilizzano il prodotto.
Nel 2018 non progetteremo necessariamente interi ecosistemi, ma presteremo maggiore attenzione ai modi in cui le persone passano da un touchpoint all’altro.
Umanizzare l’esperienza digitale
Le persone si aspettano di interagire con le macchine alla stessa maniera con cui interagiscono con le persone. I progettisti dovrebbero occuparsi di soddisfare tali aspettative.
La tendenza di umanizzare le esperienze digitali è direttamente correlata alle emozioni degli utenti. Il modo in cui l’utente percepisce un’interazione con un prodotto ha un grande impatto sull’utilizzo o meno del prodotto a lungo termine.
I progettisti possono concentrarsi sull’umanizzazione delle interazioni digitali concentrandosi sulla soddisfazione dei bisogni umani fondamentali (come la fiducia, la trasparenza e la sicurezza).
Questa tendenza porterà ad una maggiore richiesta di umanisti e antropologi. Gente che capisca le persone, gli altri. Specialisti capaci di creare esperienze sempre più umane.
Autenticazione più semplice
Le nostre credenziali (ossia login e password) sono le informazioni standard richieste dalle nostre applicazioni e dai nostri dispositivi per una procedura di accesso. Un meccanismo che appare ormai obsoleto e che lo sviluppo tecnologico risolverà a breve. O meglio ha già risolto ma è ancora abbastanza costoso per le masse.
Modi creativi di autenticazione
Quando la gente dimentica le password nella maggior parte dei casi, prova a ripristinarle. Sebbene l’opzione di reimpostazione sia un requisito obbligatorio, il processo presenta ancora qualche problema. Gli gli utenti devono eseguire molte azioni extra per reimpostare il tutto.
Nel tentativo di semplificare la procedura, molte app hanno introdotto modalità creative di accesso. che sarebbero password temporanee o il collegamento del tuo numero di cellulare all’account.
Ecco, questo tipo di autenticazioni aumenteranno e saranno sempre più diffuse.
Autenticazione biometrica
Il 2018 sarà l’anno in cui vedremo la biometria aiutare a rendere più semplici le attività come l’autenticazione e la gestione delle identità, sia per le aziende che per gli utenti finali. Molte applicazioni e servizi non richiederanno agli utenti di creare e ricordare password, ma utilizzeranno invece metodi di autenticazione biometrica. L’autenticazione diventerà sempre più semplice e gli utenti si aspetteranno la semplicità. Costringendo le aziende a questa ulteriore rivoluzione.
Apple con il suo FaceID è già pronta con il riconoscimento facciale e a rispondere a questa esigenza che sarà ben presto richiesta.
Realtà aumentata
La realtà aumentata sarà sempre più comune come tecnologia. Certo non nel 2018, ma in questo anno vedremo già qualcosa di significativo. Almeno sui nostri smartphone.
Considerando gli sforzi di Google, Apple, Facebook e Microsoft in questo campo, sembra una possibilità realistica nei prossimi anni.
La realtà aumentata avrà applicazioni almeno in tre campi.
Nel campo delle traduzioni, nel campo della salute e nel campo dell’intrattenimento.
Ruolo più ampio degli UX Designer
L’ User experience, l’esperienza d’uso, si allargherà in altre categorie innovative come la realtà aumentata, l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale. Il ruolo di un designer di UX sta per espandersi di nuovo.
Si espande sia in termini di campi di azione, sia in termini di professionisti che si aggiorneranno all’interno delle aziende.
I professionisti di oggi, infatti, passeranno il loro lavoro a chi sta già in azienda e svolge già attività con clienti e/o utenti.
Lo stato dell’ UX per il 2018
Vi elenco una serie di articoli che potrete scorrere e che grosso modo girano intorno a questi punti che ho riportato qui sul blog.
The Future is Imminent: 9 Design Trends for 2018
Top UX design trends for 2018: 10 experts
Sette articoli di NiemanLab che mi sono ripromesso di leggere
Design connects storytelling and strategy
Guerrilla user research
Podcasting models mature and diversify
Seeking Trust in fragmented spaces
With people not just of the people
Cosa accadrà in Italia
Tutto quello che ho scritto fin qui è la raccolta di quello che accadrà nel mondo. O meglio, tutto quello che accadrà anche in Italia, ma di cui saremo semplici fruitori. Attenzione, ho detto in Italia, non ho detto che gli italiani non saranno i protagonisti di quanto predetto.
In Italia, continueremo ad applaudire i professionisti anglofoni per il solo fatto che parlano in inglese. O nella migliore delle ipotesi, continueremo a mostrare le slide di quanto bravi siano gli altri. In Italia, la nostra industria principale è sempre stata la siderurgia. Produciamo ferro e verso questa industria sono rivolti i maggiori sforzi economici e politici.
Abbiamo rinunciato da tempo, per volontà sconosciute o per ignoranza digitale diffusa, ad essere i protagonisti di questo cambiamento.
I progetti (insieme ai progettisti) italiani incentrati sull’user experience e con architetture dell’informazione strutturate e studiate sono e saranno ancora, per lungo tempo, ai margini.
Pensare ad aziende di spessore che assumano innovatori, persone che vogliano rivoluzionare l’organizzazione del lavoro, mettendo al centro i clienti e mettendo da parte i dirigenti, è pura utopia. L’unica speranza restano le piccole aziende che per spiccare il volo non potranno fare a meno di una progettazione. A questi piccoli, inconsapevoli illuminati, è attaccato il nostro destino.
Campalinismi
Insomma c’è da fare un grande lavoro per i progettisti. Personalmente mi sto impegnando anima e corpo alla diffusione della disciplina.
Non si può dimenticare che l’Italia ha il 41% della popolazione analfabeta di ritorno ( cioè con titolo di studio in tasca e incapace di leggere e scrivere un testo complesso. O persino di capirlo).
Le rivoluzioni richiederebbero consapevolezza della propria condizione o del contesto in cui viviamo.
Non possiamo dimenticare che l’italia vive di campanilismi. Il che significa che mentre 4 persone su 10 non si capiscono, gli altri 6 litigano tra di loro. Ciascun campanile vuole suonare più forte di altri. Ciascuno vuole dimostrare che la campana migliore suona meglio ad est, piuttosto che ad ovest. Anzi, suona meglio al nord piuttosto che al sud. (ogni riferimento geografico è puramente casuale).
Le comunità italiane sono incentrate sulla competizione e non sulla collaborazione. Non esiste una vera e sentita condivisione dei talenti. E questo accade in tutte le comunità italiane.
Migliorare la vita delle persone
Personalmente mi resta la voglia di divulgare, forse proprio per tutti questi motivi, la disciplina. Il mio blog non sarà utile quanto è utile un idraulico o un muratore, ma vuole essere utile per la crescita di informazione digitale in Italia.
Perché penso. e sono convinto. che una disciplina come l’architettura dell’informazione, dell’user center design, della progettazione incentrata sulle persone, che migliora la vita delle persone come obiettivo supremo, merita il mio impegno e il mio contributo personale.
Che questo venga compreso o meno dall’alto poco importa. A voi lettori è dedicato questo lavoro.
Il design esiste per migliorare la vita delle persone.