È appena uscito il libro di Federico Badaloni, Architettura della Comunicazione Progettare i nuovi ecosistemi dell’informazione. 

Un libro atteso da molti. Dai molti che hanno conosciuto, in questi anni, Badaloni e ascoltato le sue lezioni e le sue interviste.  

“Un saggio che pone domande profonde – dice Luca Rosati – un manuale che prova a fornire risposte. La progettazione funzionale è la risposta alla sfida di progettare contenuti ubiqui. Contenuti predisposti a passare da un contesto all’altro mantenendo al contempo, integro, il loro significato”.

La quarta di copertina

Nella quarta di copertina si legge:

La rete, l’immenso sistema nervoso della nostra realtà, può aiutarci a comunicare, comprendere, trasformare e creare. Grazie a essa oggi siamo in grado di protenderci verso un orizzonte di risposte possibili vasto come mai è accaduto prima. Ogni oggetto del mondo è alla nostra portata, perché è connesso. Ogni pensiero del mondo è alla nostra portata, se è connesso. Questo libro è prodigo di lezioni pratiche e di esempi concreti. È un percorso per comprendere e lavorare in maniera più efficiente e rapida attraverso un metodo – la progettazione funzionale – alla portata di tutti. Indipendentemente dal singolo ambito di applicazione.

Luca Rosati sul suo blog lo consiglia vivamente mettendo in evidenza.

Il valore delle relazioni

Questo libro ci invita ad allargare la prospettiva, guardare alle relazioni fra il “pezzo” e la costruzione che lo contiene. Architettare l’informazione senza perdere di vista le complesse vie attraverso le quali viene pubblicata, riprodotta, commentata, e reinterpretata.

Il libro di Federico Badaloni non vuole insegnarci a fare siti web. O l’ultima app per smartwatch o smartglass (o non solo questo). Ci insegna molto di più. A progettare ecosistemi informativi, a capire come dare forma al mondo attraverso la rete.

Badaloni in una intervista appena rilasciata dice.

Nelle nostre società le persone hanno sempre saputo individuare, produrre e filtrare le informazioni secondo criteri di rilevanza.  Non soltanto individuale, ma collettiva. Attorno a noi ci sono centinaia di esempi: le testate giornalistiche, le istituzioni politiche, le associazioni culturali, sono costituite (o dovrebbero esserlo) da individui che lavorano di continuo su una bilancia ideale, dove su un piatto c’è il soddisfacimento dei bisogni individuali e sull’ altro piatto quello dei bisogni collettivi.

Gli algoritmi sono oggi capaci di riempire il primo piatto della bilancia, quello dei bisogni individuali, con grande precisione. Gli algoritmi di Facebook, ad esempio, conoscono i gusti e i bisogni di ognuno di noi. Ma per riempire il secondo piatto, quello dove si pesa ciò che viene considerato un bene comune, ciò che preserva e fa progredire la società, ci vogliono gli esseri umani.

E gli esseri umani sono necessari sia per realizzare un progetto sia per utilizzare un progetto. Ovviamente nessuna ricetta precostituita. Nessuna soluzione preconfezionata. Anzi, tanti dubbi, incertezze e tanti “Dipende“.

Ma un processo che viene da 15 anni di esperienza, offerto con infinita generosità, esiste e Federico Badaloni lo spiega in 10 punti.

Architettura della comunicazione

  1. Definire la struttura complessiva

  2. Rendere evidente la struttura.

  3. Ragionare in termini di esperienza

  4. Curare le relazioni quanto si curano i contenuti

  5. Mettere in evidenza i singoli contenuti, poi i molti.

  6. Essere concentrati su ciò che genera valore

  7. Rendere le informazioni rilevanti per le persone

  8.  Progettare un sistema e per ogni sistema una funzione

  9. Fare in modo che il tuo sistema sia sostenibile

  10. Rendere le cose semplici

Indice e anteprima – Architettura della comunicazione

L’indice e un’anteprima dei contenuti sono consultabili nella scheda del libro nel sito dell’editore.

Dall’informazione all’esperienza – Federico Badaloni

da Toni Fontana | Mar 2, 2016 |

Dall’informazione all’esperienza è il titolo dell’intervento di Federico Badaloni al WUD Rome 2015 organizzato da nois3, in cui si festeggiavano i 10 anni di usabilità in Italia e dove si è parlato principalmente di innovazione. Federico Badaloni non ha bisogno di grandi presentazioni e chi frequenta questo blog lo ha già sentito nominare diverse volte.

Da qualche giorno è stato pubblicato su youtube il video che riprendo perché Badaloni, nei suoi interventi, fa riferimento alle informazioni sonore e alle informazioni che arrivano all’orecchio.

L’innovazione modifica la realtà

Per esempio per parlare dell’innovazione nella realtà, Federico Badaloni racconta una storia. La storia parla di una bambina che ascolta per la prima volta nella sua vita la radio. Attraverso la radio, infatti, molte persone hanno cambiato il loro modo di usufruire della musica, così come oggi Spotify sta cambiando il modo di usufruire la musica, che è qualcosa di diverso rispetto a qualche anno fa. La radio e Spotify, sono delle innovazioni tecniche che hanno e stanno, concretamente, modificando la realtà.

Dall’informazione……

Le informazioni ci arrivano dall’esterno, abilitano le relazioni, e attraverso la loro funzione si trasformano in esperienza.

Badaloni prosegue

per poter entrare in relazione, le cose devono avere un contesto che esiste prima di loro, qualcosa fatto di spazio o di tempo. La cultura, per esempio, orienta le nostre scelte. Ma oggi non ha senso, oggi non siamo più in relazione grazie ad un contesto ma grazie ad una connessione.

La connessione non è dunque una cosa, un filo LAN o un filo elettrico, la connessione è qualcosa di più spirituale. Attraverso la connessione e la funzione che ha la connessione si arriva al significato.

Innovare è architettare la connessione, la connessione è il contesto, il contesto è il comportamento e il comportamento è la relazione.

Badaloni ci dice che nel creare un sistema dobbiamo pensare alla funzione che deve avere quel determinato sistema.

Un sistema è qualcosa che ha una funzione principale e ogni sua parte ha una funzione secondaria che serve a sostenere la funzione principale.

In fondo l’usabilità cos’é se non una armonia funzionale?

… all’esperienza

E per far capire meglio Badaloni utilizza un altro esempio sonoro.

L’orchestra è un sistema, la sua funzione è eseguire un brano. Il sistema orchestra è composto da strumenti che hanno funzioni secondarie. Ci sono strumenti che hanno la funzione di creare il ritmo, altri hanno la funzione di comporre la melodia, alcune parti restano in sottofondo e seguono o arricchiscono le funzioni principali.

Per i matematici una funzione è qualcosa che mette in relazione un insieme (l’orchestra) con un altro insieme (gli ascoltatori) ma anche tra un gruppo di bisogni e un gruppo di soluzioni.

E’ in questo preciso punto che si diventa creativi, il modo in cui si uniscono è creativo.

Dall’informazione all’esperienza

Il mondo vuole soluzioni ma

Per l’innovazione è necessario volgere lo sguardo ai bisogni e non alle soluzioni, perché la soluzione può essere reinventata.

Un architetto dell’informazione dunque deve avere una visione, una visione a lungo termine e deve immaginare il futuro. Per far questo il dono che Federico Badaloni fa a tutti sta sintetizzato in questa frase, con 4 fronti su cui lavorare, da tenere sempre a mente:

Quando progettiamo o quando innoviamo dobbiamo chiederci sempre: quali contenuti, per creare quali relazioni, con quali funzioni, e per quali esperienze.