Nell’articolo “La nuova interfaccia utente non è l’interfaccia utente” che trovi in fondo a questa pagina si fa riferimento all’articolo di Tony Aube, lead designer presso Osmo, “No UI Is The New UI” in cui si decretava che le interfacce del futuro non saranno le interfacce utente, almeno così come le conosciamo oggi, bensì saranno interfacce invisibili e di conversazione.
Anche in questo post continuo a parlare di interfacce e seguendo quanto dice Aube si riconferma il fatto che la vera progettazione del futuro sarà la progettazione dell’esperienza e non quella grafica, che alle nuove innovazioni i progettisti devono trovare nuove soluzioni.
Il Tecno-timone
Già nel 2014, Scott Jenson, per anni user interface design per Apple e oggi per Google, ha introdotto, durante il suo talk al CHI 2014, il concetto di tecno-timone. Secondo Jenson, ci troviamo davanti al tecno-timone quando applichiamo una vecchia soluzione per la progettazione di una nuova tecnologia innovativa pensando, erroneamente, che funzionerà allo stesso modo.
Jenson estrae questo concetto proprio dall’uso che l’uomo ha fatto del timone.
Siccome le navi sono state, per secoli, lo strumento di trasporto, oltre che di spostamento e navigazione dell’uomo, quando furono progettate le prime automobili furono progettate per essere guidate con un timone.
Progettazione interfacce utente
Le vetture che furono realizzate erano difficili da controllare e soggette a incidenti. Il volante fu inventato molto dopo e aggiunto alla progettazione delle auto quando l’auto era abbastanza diffusa.
Come designer, questa è una lezione preziosa da conservare:
Un cambiamento di contesto o di tecnologia richiede spesso un approccio progettuale diverso. In questo esempio, la nuova tecnologia del motore ha richiesto un nuovo design del volante per far esprimere al prodotto risultante, ossia la macchina, tutto il suo potenziale.
Design dell’ interfaccia
La società che meglio ha compreso la necessità di eliminare il tecno-timone, ricorda Aube, è stata la Apple con l’invenzione dell’ iPhone e dell’iPad:
Nokia, ha utilizzato un tecno-timone quando ha costruito una tastiera fisica su un telefono. Apple, invece, ha compreso che il miglior progetto era quello di creare un touch screen e una tastiera digitale.
Microsoft ha usato un tecno-timone quando ha installato Windows XP su un tablet. Il progetto migliore era, invece, quello di sviluppare un nuovo sistema operativo che interagisse con il touch screen.
Oggi la progettazione prevede di inserire uno schermo su ogni nuovo e innovativo dispositivo. Troviamo schermi ovunque. E se stessimo usando un tecno-timone su un iPad e su ogni novità dell’internet delle cose? E se il buon design del futuro, invece, fosse quello di evitare completamente lo schermo?
Imparare a conoscere il concetto di tecno-timone ci insegna che continuare ad applicare i vecchi punti di vista e le vecchie idee alle nuove tecnologie è un modo sicuro per fallire. Le nuove start-up di sviluppo per applicazioni invisibili e di conversazione ci fanno capire questo.
Le nuove start up hanno compreso che l’interfaccia utente non è il prodotto in sé, ma solo un ponte che ci permette di accedere al prodotto. E se eliminare il ponte (non la connessione) potesse portare ad una migliore esperienza? Questo ponte dovrebbe essere evitato.
Un futuro di progettisti disoccupati?
Si pensa che l’intelligenza artificiale stia prendendo il sopravvento? Che le interfacce utente siano obsolete e che tutti i visual designer saranno presto senza lavoro?
Non proprio. Per quanto ne sappiamo, le interfacce utente saranno ancora necessarie per computer e altri dispositivi. Per il prossimo futuro, la gente avrà ancora necessità e possibilità di utilizzare le schermate per leggere, guardare video, visualizzare dati e così via. Inoltre, come accenna Nir Eyal, autore del libro Hooked, nel suo articolo sul tema, le applicazioni di conversazione svolgono ancora poche e specifiche attività.
La strada verso l’all- in-one per questo tipo di interfacce è ancora lungo.
Interfacce del futuro e design dell’esperienza
Conclude Aube:
Quello che credo, tuttavia, è che queste nuove tecnologie stanno per cambiare radicalmente il nostro approccio di progettazione. Questo lo deve capire chi ha in programma di intraprendere una carriera nel mondo della tecnologia. In un futuro in cui i computer possono vedere, parlare, ascoltare e rispondere, a cosa servono le abilità di progetti perfetti su pixel?
Sia questo un giusto avvertimento contro l’autocompiacimento. Come designer dell’interfaccia utente, abbiamo la tendenza a presumere che l’interfaccia utente sia la soluzione ad ogni nuovo problema di progettazione. Se non altro, la rivoluzionaria intelligenza artificiale ci costringerà a ripristinare la nostra presunzione su ciò che significa la progettazione per l’interazione.
Essa ci spingerà a lasciare la nostra zona di comfort e a guardare il quadro più ampio, portando la nostra attenzione sul design dell’esperienza piuttosto che sullo schermo vero e proprio. E questo è un futuro emozionante per tutti i progettisti.
Il Design dell’Esperienza
Il design dell’esperienza (spesso chiamato UX Design, dall’inglese User Experience Design) riguarda la creazione di prodotti che forniscono esperienze significative e rilevanti agli utenti.
Nel mondo digitalizzato di oggi, l’UX Design è diventato un elemento cruciale nel determinare il successo o il fallimento di un prodotto o servizio. In questo post, ci immergeremo nei fondamenti del design dell’esperienza.
Cosa è l’UX Design?
L’UX Design si concentra sulla comprensione delle esigenze e degli obiettivi degli utenti, e sulla creazione di soluzioni che soddisfino queste necessità. Questo non si limita solo all’aspetto estetico del prodotto, ma prende in considerazione tutti gli aspetti dell’interazione dell’utente con il prodotto o servizio.
Se vuoi approfondire puoi leggere cos’è l’User Experience
E cos’è il design sempre su questo blog.
Elementi chiave dell’UX Design
Li ripeto per chi non conosce ancora il blog.
- Ricerca sull’utente: Per capire gli utenti, è essenziale condurre ricerche. Questo può includere interviste, sondaggi, test di usabilità e osservazioni dirette.
- Architettura dell’informazione: Organizzare e strutturare le informazioni in modo che gli utenti possano trovare facilmente ciò che cercano.
- Design dell’interfaccia: Creare layout intuitivi e attraenti che guidino l’utente attraverso le funzionalità del prodotto.
- Prototipazione e testing: Creare prototipi del design e testarli con gli utenti per raccogliere feedback e apportare miglioramenti.
- Design delle interazioni: Pensare a come gli utenti interagiranno con ogni aspetto del prodotto, garantendo una transizione fluida e intuitiva tra le diverse parti.
Perché l’UX Design è importante?
In un mercato sempre più saturato, avere un prodotto funzionale non è più sufficiente. Gli utenti desiderano esperienze che siano piacevoli, intuitive e che rispondano alle loro esigenze. Un buon UX Design può:
- Aumentare la soddisfazione e la fedeltà del cliente
- Ridurre i costi di sviluppo (correggendo i problemi prima che diventino costosi errori)
- Incrementare le conversioni e le vendite
L’UX Design non è solo una tendenza temporanea, ma una disciplina fondamentale per chiunque crei prodotti o servizi destinati alle persone. La creazione di esperienze utente straordinarie non solo rende felici gli utenti, ma porta anche al successo commerciale.
Se sei interessato a entrare nel mondo dell’UX Design o a migliorare le tue competenze in questo campo, è fondamentale comprendere gli utenti, essere empatico e avere una mentalità orientata alla soluzione. In un mondo in cui l’interazione digitale continua a crescere, l’importanza di creare esperienze significative per gli utenti non può essere sottovalutata.
La nuova interfaccia utente non è l’interfaccia utente
L’interfaccia utente è quella parte del software che dialoga con l’utente, appunto. Tony Aube, lead designer presso Osmo su techcrunch.com pare non avere dubbi “No UI Is The New UI”. Lo so. In tanti storceranno il naso. Ma con questo blog voglio portare in Italia un universo sonoro e invisibile che si sta sviluppando nel mondo.
Interfaccia di conversazione
Tony Aube ci fa conoscere due delle tante applicazioni invisibili e/o di conversazione utilizzabili negli Stati Unit. Magic ed Operator. La prima app risponde a qualunque domanda. La seconda ti trova qualunque cosa.
Entrambe le applicazioni si basano sulla messaggistica e non hanno una loro interfaccia utente. L’importanza della messaggistica è in continua espansione. Come già affermato nel post “Il design è una conversazione” i progettisti fanno un uso massiccio della messaggistica. Ma non non sono i soli.
Oggi chiunque possiede uno smartphone usa Slack, Whatsapp, o Telegram, o altro ancora. La messaggistica, insomma, è diventata fondamentale per la vita di tutti i giorni (ne sanno qualcosa i genitori di figli in età scolare) ed è utilizzata in contesti di comunicazioni personali o professionali. Ma che cosa accadrebbe se usassimo la messaggistica per l’interazione con i computer?
Che cosa succederebbe se estendessimo la messaggistica al di la di questi contesti? Cosa succederebbe se la messaggistica trasformasse il nostro modo di interagire con i computer così come ha trasformato il nostro modo di interagire con le altre persone?
L’Intelligenza Artificiale che parla
Anni fa, al cinema, abbiamo visto film come Her – Lei, o come il vincitore dell’Oscar agli effetti speciali Ex Machina , e altri film in cui si faceva riferimento al test di Turing: un test inventato da Alan Turing (presente anche nel film The Imitation Game) per determinare se l’intelligenza artificiale è equivalente a quella di un essere umano.
Mentre siamo lontani dalla creazione di robot in grado di guardare e agire come gli esseri umani, come Ava (l’intelligenza artificiale di ExMachina), abbiamo ottenuto un’intelligenza umana abbastanza avanzata e simulata in contesti ristretti. E uno di quei contesti in cui l’intelligenza artificiale si svolge in maniera migliore è appunto la messaggistica.
Applicazioni intelligenti
Al giorno d’oggi, i computer possono ascoltare, vedere, leggere e comprendere gli esseri umani abbastanza intuitivamente. Questo sta aprendo un mondo di opportunità per le applicazioni alimentate dall’intelligenza artificiale, verso cui gli imprenditori si stanno rivolgendo in fretta.
Questo perché, tra tutte le possibili forme di comunicazione, il testo digitale è il più diretto. Il testo è costante e non crea distrazioni. Inoltre, la messaggistica crea una migliore esperienza utente rispetto alle applicazioni tradizionali, perché rende naturale e familiare la comunicazione.
Quando la messaggistica diventa l’interfaccia utente, non è necessario trattare con un flusso costante di nuove interfacce, piene di diversi menu, pulsanti ed tag. Questo spiega l’attuale aumento della popolarità delle applicazioni invisibili e di conversazione. Ma la ragione per cui ci si dovrebbe curare di loro va anche oltre.
Verso l’interazione interfaccia – macchina
L’aumento della popolarità di queste applicazioni di recente mi ha portato (parla Tony Aube) a un’osservazione sorprendente: i progressi della tecnologia, in particolare nell’intelligenza artificiale, stanno rendendo l’interfaccia tradizionale sempre meno rilevante. […]
Si potrebbe sostenere che le applicazioni invisibili e di conversazione non sono privi di interfaccia utente. Dopo tutto, hanno ancora bisogno di uno schermo e una interfaccia di chat. Se è vero che queste applicazioni richiedono, in certa misura, di una progettazione dell’interfaccia utente, credo che questa sia solo la punta dell’iceberg. Dietro di loro, le nuove tecnologie hanno il potenziale di eliminare del tutto lo schermo. Guardate i due video di seguito!
Progetto Soli
Il primo video mostra il Progetto Soli. Si tratta di un piccolo chip radar creato da Google per consentire il riconoscimento dei gesti. Per esempio, il chip ti permette di alzare o abbassare il volume della radio facendo il gesto con la mano senza toccare la radio.
Emotiv
Il secondo presenta Emotiv, un software in grado di leggere le onde cerebrali e capire il loro significato attraverso l’elettroencefalografia. Puoi spostare oggetti su uno schermo, senza neppure parlare, o una sedia a rotelle elettrica programmando il software con la tua capacità di visualizzazione.
Tecnologie magiche o realtà?
Mentre entrambe le tecnologie sembrano letteralmente delle tecnologie magiche, in realtà non lo sono. Sono reali e funzionali ed hanno una cosa in comune: non necessitano di una vera e propria interfaccia utente per interagire con il computer.
Come designer, si tratta di una tendenza inquietante da interiorizzare. In un mondo in cui i computer possono vedere, ascoltare, parlare, capire e rispondere, qual è lo scopo di una interfaccia utente? Perché preoccuparsi di progettare un’app per gestire il tuo conto in banca quando si può anche semplicemente parlare?
Al di là della interazione e dell’interfaccia uomo-macchina, stiamo entrando nel mondo dell’interfaccia mente-macchina. In questo mondo, tra digitale e telepatia con l’aggiunta di intelligenza artificiale e altri mezzi di interazione sarebbe possibile comunicare direttamente con i computer senza la necessità di uno schermo.
Tutto questo ti sembra fantascienza? Eppure è quello che sta accadendo e su cui si sta lavorando e i prototipi sono già realizzati e funzionanti. Personalmente, dopo aver ascoltato il TED che spiega come la macchina legge nel nostro pensiero, la creazione di interfacce conversazionali e sonore mi sembrano molto più realizzabili!